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Il silenzio sulla mamma dei guai

Ma nessun discorso potrà soddisfarci se non ha il coraggio di affrontare la mamma di tutti i problemi che attanagliano l'Italia dal 2011: la sospensione della democrazia a favore prima dei tecnocrati europei e poi di una sinistra a loro succube

Il silenzio sulla mamma dei guai

Il presidente Mattarella ha esordito nel tradizionale discorso di fine anno a reti unificate. Parlare in televisione non è il suo mestiere e lo si è visto. Il tentativo di rendere l'uomo meno impacciato con una scenografia più familiare - la poltrona del suo alloggio invece della tradizionale scrivania presidenziale - è stato ammirevole ma non è bastato. Avrà tempo di rifarsi, il presidente, durante il suo settennato.

Anche perché, nel contenuto, il discorso non è stato male, sicuramente meno pregno di quella retorica tronfia che ci siamo sorbiti negli ultimi anni. Su immigrazione, giovani e donne, per esempio, abbiamo ascoltato parole nuove e severe che smentiscono la propaganda del governo e della sinistra. Ma nessun discorso potrà soddisfarci se non ha il coraggio di affrontare la mamma di tutti i problemi che attanagliano l'Italia dal 2011: la sospensione della democrazia a favore prima dei tecnocrati europei e poi di una sinistra a loro succube. Con quella sciagurata stagione, Sergio Mattarella non c'entra nulla, questo è certo, ma di quella stagione il presidente è l'ultimo frutto, essendo stato scelto da un premier non eletto, votato da un parlamento illegittimo e da una maggioranza fatta di transfughi e traditori.

Non ha colpe - lo ripetiamo - Mattarella, ma almeno un accenno all'anomalia democratica che grava sul paese, un richiamo al rispetto delle regole e della coerenza, ai rischi di governare col ricatto, ecco questo ce lo saremmo aspettati. Perché se i problemi - occupazione, evasione fiscale e legalità - non accennano a diminuire lo si deve proprio a una carenza di democrazia: chi ci governa non ci rappresenta (non rappresenta neppure gli elettori di sinistra), centinaia di parlamentari voltagabbana legiferano non nell'interesse di chi li ha votati ma di chi gli garantisce lo scranno.

Poteva permettersi il presidente di esordire davanti agli italiani sconfessando il suo predecessore? Probabilmente no. Per il 2016 ci basta pensare che almeno alcune di queste cose le pensi. Sette anni sono lunghi, il tempo per rimettere un po' d'ordine non gli manca.

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