Sindaco Pd minaccia di denunciare una terremotata. Lei si difende: "L'ho fatto per il bene del mio paese"

Terremotata marchigiana denuncia in televisione la cattiva gestione dei fondi destinati al cratere e adesso rischia la denuncia

Sindaco Pd minaccia di denunciare una terremotata. Lei si difende: "L'ho fatto per il bene del mio paese"

Antonella Paqualini, 45 anni, nata e cresciuta a Muccia, in provincia di Macerata, ha già perso la casa, la tabaccheria e la speranza di veder rifiorire il suo borgo. L’incubo è iniziato il 26 ottobre del 2016, con il terremoto. È stato allora che la sua vita è cambiata, in peggio. E adesso rischia pure di essere denunciata. Lo ha annunciato a chiare lettere, dal suo profilo Facebook, il sindaco dem di Pesaro, Matteo Ricci, a cui non sono andate giù le dichiarazioni rilasciate dalla donna nel corso di una trasmissione televisiva. Le ha definite “sciocchezze” e “falsità” aggiungendo di aver “già dato mandato agli avvocati di verificare gli estremi per una querela”.

Ma cosa ha detto la signora Antonella? Nel salotto della trasmissione “Italia sì”, in onda su Rai1, ha denunciato che “i fondi destinati al terremoto vengono utilizzati per finanziare le piste ciclabili a Pesaro”. Insomma, la Regione Marche avrebbe dirottato parte dei fondi europei per il sisma al di fuori del cratere, in particolare a Pesaro, per realizzare un’opera che con i terremotati e con il rilancio dei territori più colpiti dal sisma ha davvero poco a che fare. È vero? Antonella oggi corregge il tiro, ma rivendica comunque le sue ragioni. “Ho sbagliato – dice a IlGiornale.it – a parlare di piste ciclabili, è stata una svista dettata dall’emozione, ma il discorso non cambia: a Pesaro e provincia quei soldi ci sono andati eccome”.

A sostegno della sua denuncia, Antonella, agita alcune delibere regionali su cui vale la pena soffermarsi. Ad intercettarle, già da settimane, è stato Francesco Pastorella, coordinatore dei 104 comitati che si sono costituiti all’indomani del terremoto. C’è la delibera 1738 del 17 dicembre 2018, ad esempio, con cui la giunta regionale stanzia circa 3 milioni di euro per l’efficientamento energetico di un edificio in via Cacciatori, a Pesaro. Così come la numero 1402 dello stesso anno che, invece, ne destina 300mila ad una mostra dedicata al compositore Gioacchino Rossini, sempre a Pesaro. Mentre con la numero 20 dello scorso gennaio vengono individuate altre risorse per la realizzazione di mostre e mercatini di Natale nel Pesarese. E meno male che gli interventi dovevano essere effettuati, prioritariamente, nell’area del cratere.

“La signora Antonella ha commesso un errore a dire che con i soldi dei terremotati ci finanziano le piste ciclabili a Pesaro perché, invece, ci finanziano palazzi pubblici, mostre e mercatini”, attacca Pastorella che, assieme alla rete dei comitati, ha lanciato l’hashtag #denunciaancheme. Secondo il portavoce dei terremotati, quindi, “la sostanza non cambia e non può essere confutata”. “Noi – chiarisce – non abbiamo nulla contro la splendida Pesaro ed i suoi cittadini, ma non possiamo permettere che politici arroganti utilizzino fondi appositamente stanziati per la ripresa delle aree colpite dal sisma e li distribuiscano in base a criteri non conformi a quanto definito dall’Unione europea e dal buon senso”. Anche perché, nel frattempo, ci sono interi paesi che stanno letteralmente morendo, dove ci sarebbe tanto da fare ma la ricostruzione è ferma, proprio come a Muccia.

Nel paese di Antonella, infatti, non c’è più la farmacia, l’edicola e neppure una drogheria per fare spesa. Il parroco dice messa in un container ed i romani che trascorrevano lì la villeggiatura sono spariti, l’economia locale è in ginocchio. “Ecco perché – dice Antonella – sono andata in televisione a denunciare tutto, l’ho fatto per il bene della mia comunità”. Senza contare che nella Sae dove vive ormai da dicembre 2017 è pure comparsa una strana muffa nera.

“Ho speso 600 euro per farla analizzare in laboratorio perché i tecnici della ditta che ha costruito le casette non sapevano darmi risposte, alla fine – si sfoga – ho scoperto che si tratta di una muffa nociva per la salute. Ho un figlio piccolo e un marito immunodepresso a causa di una malattia, ci sentiamo abbandonati”.

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