Cronache

Giachetti non fa autocritica: "Il Pd bocciato alle urne? È colpa degli italiani"

Il candidato alle primarie del partito democratico si ritaglia un momento di gloria scagliandosi contro il suo popolo: “vorrei guardare in faccia gli italiani e dir loro: ho sbagliato io o hai sbagliato tu?”

Giachetti non fa autocritica: "Il Pd bocciato alle urne? È colpa degli italiani"

La sinistra, a quasi un anno dalla schiacciante débacle elettorale, ancora non è riuscita bene ad ingoiare il boccone amaro.

Ecco perché l’ultima arma rimasta è quella di accusare gli stessi italiani, che alle urne si sono macchiati della colpa di non aver dato fiducia ai “progressisti”. Le parole inquisitorie arrivano da Roberto Giachetti, e faranno ancora più rumore, dato che si tratta di uno dei candidati alle primarie del Partito Democratico. Probabilmente alla ricerca di qualche scampolo di notorietà, Giachetti si è lasciato andare ad un’uscita che potrebbe tuttavia ritorcerglisi immediatamente contro.

“La differenza tra me e gli altri è che io non penso che gli italiani quando scelgono hanno sempre ragione. Questo l’incipit sprezzante utilizzato durante la presentazione della sua mozione congressuale, come riportato da “Il Secolo d’Italia”. “Il 4 marzo gli italiani hanno commesso un errore grave di cui cominciano a rendersi conto adesso e per cui pagheranno sulla propria pelle”.

Giachetti, dunque, utilizza la tattica dello scaricabarile per liberarsi da eventuali colpe che possano essere imputabili alla sinistra ed al Pd in particolar modo, i cattivi in questo caso sono solo gli italiani. “Anche noi abbiamo fatto degli errori, ma non dico che abbiamo sbagliato politiche e riforme, hanno sbagliato gli italiani. Di fronte a quello che sta accadendo vorrei dire guardando in faccia agli italiani, ho sbagliato io o hai sbagliato tu?”.

Forse non ricorda le roboanti percentuali raggiunte dal suo partito alle elezioni od il risultato al referendum costituzionale proposto da Renzi, né tantomeno i dati sulle intenzioni di voto di quello che è il popolo da lui insultato a più riprese. E quindi conclude il discorso, per mostrare al suo uditorio quanto la sua coscienza sia pulita. “Di cosa ci dobbiamo vergognare? Di nulla.

L’unica scusa che dobbiamo è per non aver avuto la forza, anche per ragioni nel Pd, di fare di più in termini di riforme”.

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