Sms solidali, la Procura indaga sui 33 milioni "spariti"

La Protezione civile: "Nessun euro sparito". Ma Pirozzi conferma le accuse: "Tradita la volontà dei cittadini". E la Procura di Rieti apre un fascicolo

Sms solidali, la Procura indaga sui 33 milioni "spariti"

La Procura di Rieti, a quanto riferisce oggi il Fatto Quotidiano, sentirà Sergio Pirozzi. L'obiettivo è capire che fine hanno fatto gli oltre 33 milioni di euro raccolti con gli sms di solidarietà per i terremotati del centro Italia. Fondi che, come denunciato ieri dal sindaco di Amatrice, non sarebbero mai arrivati alle popolazioni colpite dal sisma. Accusa pesantissima che adesso la Protezione civile respinge al mittente: "Non è sparito nemmeno un euro".

I 33 milioni mai arrivati ai terremotati

Pirozzi "sarà convocato nei prossimi giorni dai magistrati che apriranno un fascicolo contro ignoti e avvieranno indagini specifiche sugli sms solidali". Adesso si muove la giustizia. La denunica, lanciata ieri alla festa di Fratelli d'Italia (video), è (per dirla con le parole di Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia) "l'ennesimo insulto alla generosità degli italiani". Perché degli oltre 33 milioni di euro raccolti con gli sms solidali nemmeno uno sarebbe arrivato alle città e alle persone colpite dal sisma. "La destinazione di quei fondi - ha denunciato ieri il sindaco di Amatrice - è stata decisa da una commissione di saggi che tanto saggi non sono. Io credo che dopo averli usati così bisogna chiedere scusa agli italiani". Quei fondi sarebbero stati utilizzati scopi diversi. Del denaro sarebbe stato destinato inizialmente a una pista ciclabile in un paese delle Marche non compreso nelle zone devastate dal sisma. L'intervento è stato poi bloccato mentre sono rimasti "sette eliporti notturni, una grotta nelle terme e, nel Lazio, alcune scuole in comuni che non rientrano nel cratere". "Tante persone intendevano dare un aiuto diretto a persone e paesi che vedevano devastati - ha continuato Pirozzi - il fatto di non indirizzarli là è devastante, perché poi la gente non crede più a nulla".

La Protezione civile si difende

Il Dipartimento della Protezione civile respinge ogni accusa. E, in una nota, spiega che i fondi raccolti sono confluiti "nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione dopo l'approvazione dei progetti proposti dalle Regioni d'intesa con i territori colpiti". Quindi rimanda tutti a consultare l'elenco dei progetti, approvati nella seduta del 17 luglio scorso dal Comitato dei Garanti, disponibile sul sito della Protezione Civile. "Come abbiamo sempre fatto - conclude la nota di precisazione - continueremo a garantire la massima trasparenza e il corretto utilizzo dei fondi donati dagli italiani".

Pirozzi, però, non ci sta e non solo conferma le accuse lanciate ieri ma torna pure alla carica. "Quegli oltre 33 milioni raccolti non sono mai arrivati alle popolazioni colpite dal sisma - tuona ai microfoni di RaiNews24 - e così è stata tradita la volontà dei cittadini".

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