Gli speculatori dell'accoglienza

Gli sciacalli dell'accoglienza senza limiti sono già in agguato

Gli speculatori dell'accoglienza
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Gli sciacalli dell'accoglienza senza limiti sono già in agguato. Per loro i 41 migranti naufragati al largo della Tunisia non sono una tragedia, ma un ottimo argomento per aprire le porte a nuovi arrivi.

E a guidare il branco ci pensa la segretaria del Pd Elly Schlein denunciando «l'esternalizzazione delle frontiere che sta violando diritti fondamentali delle persone» e «cinici accordi con Paesi che non garantiscono diritti e democrazia». Un valzer dialettico con un triplice obbiettivo. Il primo è farci scordare il ruolo dei trafficanti pronti a vendere posti per l'inferno su fragili gusci di metallo. Il secondo è liquidare come un fallimento l'accordo con la Ue - siglato il 16 luglio grazie a Giorgia Meloni - con il quale il presidente tunisino Kais Saied s'impegna a bloccare le partenze.

L'obbiettivo primario, ed anche più subdolo, è, però, quello che la Schlein chiama «Mare nostrum europea», una missione di salvataggio a guida Ue pronta, come già successe con la «Mare nostrum» italiana, a sbarcare tutti i migranti nei nostri porti. Di fatto un ritorno a quel quadriennio 2013-2016 quando, grazie ai governi Pd, navi delle Ong, Marina Militare e Guardia Costiera si limitavano a raccogliere i migranti messi in mare dai trafficanti. Un quadriennio di passività, se non di collusione, che ci garantì oltre mezzo milione di arrivi.

Ma il capitolo più ingannevole del teorema con cui la segretaria Pd vorrebbe cancellare gli accordi con Tunisi e Tripoli per tornare al regime di «partenze libere» e «salvataggi garantiti», è quello che prende a pretesto i morti in mare. Le statistiche insegnano che l'anno più nero del Canale di Sicilia - segnato da ben 4.861 morti - è stato il 2016, ovvero l'anno in cui le Ong operavano d'intesa con la Guardia Costiera e in cui si registrò il record di 181.436 sbarchi. La corrispondenza tra numero di sbarchi e morti è sancita anche dai numeri del triennio 2014-2016 quando, a fronte di 504mila sbarchi si contarono oltre 10.600 morti. Questo perché, a fronte di salvataggi teoricamente «garantiti», è più facile per i trafficanti convincere i migranti a salire sulle più inadeguate bagnarole.

Ma la prova del nove arriva dalle statistiche del 2019. Quell'anno il contrasto all'azione delle Ong e gli accordi con Tripoli bloccarono gli sbarchi a quota 11.471. E i morti in mare non superarono quota 1.262, un numero sempre tragico, ma tra i meno neri del ventennio.

Senza dimenticare che l'anno meno crudele - con appena 20 morti in 12 mesi - resta il 2009. Guarda caso l'anno in cui furono operativi i tanto biasimati respingimenti concordati dal Colonnello Gheddafi e dal governo Berlusconi.

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