Stavolta partiamo dal fondo della storia e proviamo a immedesimarci in due personaggi. Da un lato c'è un poliziotto che lunedì pomeriggio sale su un treno per convincere un signore a pagare il biglietto; dall'altra il gambiano che, sprovvisto del titolo di viaggio, insulta l'agente, cerca di scappare e poi gli spezza un braccio. Due giorni dopo, dove saranno i due protagonisti della nostra storia? In un mondo normale, uno sarebbe in prigione e l'altro a riposo. Invece no: il poliziotto è ricoverato in ospedale, ha una frattura scomposta e dovrà essere operato. Il bandito, invece, è subito tornato in libertà in attesa del processo rinviato di un mese. Libero.
L'aggressione si consuma a Foggia, a bordo di uno dei convogli delle Ferrovie del Gargano. Il gambiano pensa di poter arrivare a destinazione senza versare l'obolo come tutti gli altri passeggeri. Il capotreno lo pizzica senza biglietto e lo invita a pagarlo, oppure a scendere. Niente da fare: le opere di convincimento risultano del tutto inutili. Il dipendente delle ferrovie allora chiama i poliziotti a supporto. È la prassi. Il gambiano va su tutte le furie, insulta le diverse e poi le aggredisce per cercare di scappare dal fermo. Uno dei due agenti riporta la frattura scomposta dell'avambraccio sinistro. I soccorritori lo portano di corsa agli Ospedali Riuniti di Foggia mentre i colleghi fermano il malvivente.
Il gambiano in questione è un richiedente asilo. Il permesso di soggiorno, a differenza del titolo di viaggio, è regolare. Ma questo non cambia la sostanza dei fatti, ovviamente. L'immigrato ha precedenti penali e durante la perquisizione gli trovano addosso un coltello. Per lui scattano le manette: l'arresto è per violenza, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Per non farsi mancare nulla, incassa pure la denuncia per porto abusivo di armi.
Ci sarebbero tutti i presupposti per tenerlo "al fresco" per un po'. Secondo quanto risulta al Giornale.it, invece, il gambiano è stato processato per direttissima martedì e subito rimesso in libertà in attesa del processo (che riprenderà il prossimo 14 novembre). Nel frattempo potrà tornare tranquillamente in strada e magari prendere di nuovo il treno senza pagare il biglietto. Il poliziotto, invece, dovrà farsi tutta la convalescenza del caso.
"È l’ennesima assurda violenza con cui siamo costretti a confrontarci anche in situazioni apparentemente non allarmanti - attacca Valter Mazzetti, Segretario Generale della Federazione Fsp Polizia di Stato - Le aggressioni al personale in divisa sono all'ordine del giorno e fra donne e uomini in divisa serpeggiano sempre più un malcontento, una preoccupazione e un avvilimento che stanno superando il livello di guardia". Per questo, come rivelato dal Giornale.it, poliziotti, carabinieri, penitenziari, forestali e vigili del fuoco scenderanno in piazza martedì 22 ottobre per protestare contro le indegne condizioni di lavoro.
"Il governo e le istituzioni - conclude Mazzetti - diano un segnale forte e concreto di vicinanza a chi ogni giorno rischia la vita per quattro spiccioli, senza alcuna seria tutela, senza i mezzi adeguati e senza neppure la dovuta considerazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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