Sos Mediterranée, che cos'è e chi l'ha fondata

Ecco quello che c'è da sapere sulla Ong Sos Mediterranée, impegnata assieme a Medici Senza Frontiere nel Mediterraneo e soprattutto lungo la rotta libica dell'immigrazione

Sos Mediterranée, che cos'è e chi l'ha fondata

La Sos Mediterranée è un’organizzazione non governativa con sede a Marsiglia che collabora con un'altra ong: "Medici Senza Frontiere". La sua attività è incentrata soprattutto sul recupero di migranti nel Mediterraneo.

La fondazione di Sos Mediterranée

L’organizzazione viene fondata nel 2015, in uno degli anni di maggiore emergenza sul fronte degli sbarchi lungo le rotte del Mediterraneo. A preoccupare maggiormente i governi in quei mesi è soprattutto il Mediterraneo orientale, visto che la gran parte dei migranti sopraggiunti in Europa nel 2015 lo fa tramite la cosiddetta "rotta balcanica", ossia la rotta che parte dalla Grecia e tramite la quale i migranti risalgono per intero la penisola balcanica fino ad arrivare in nord Europa.

Per questo motivo, sono diversi i barconi che partono dalla Turchia con l'obiettivo di approdare nella penisola ellenica. È questo anche il periodo in cui, in generale, partono le varie attività delle ong impegnate nel soccorso in mare. Sos Mediterranée nasce con l’intento di operare assieme a Medici senza frontiere e stabilisce la sua sede a Marsiglia. A fondare l’organizzazione, sono l'ex capitano tedesco Klaus Vogel e la francese Sophie Beau.

Le attività nel Mediterraneo centrale

La vera svolta per Sos Mediterranée si ha nel febbraio 2016, quando l’organizzazione noleggia con i fondi raccolti grazie a diverse iniziative private sia in Francia che in Germania, oltre che in Svizzera ed in altri Paesi europei, la nave Aquarius.

Si tratta di un’ex nave oceanografica, varata nel 1976 con il nome di Meerkatze. Con la Aquarius i membri dell’associazione iniziano ad operare soprattutto nel Mediterraneo centrale, intercettando numerosi barconi a largo della Libia.

È lungo la rotta libica che Sos Mediterranée, sempre grazie al supporto di Medici Senza Frontiere, opera maggiormente portando buona parte dei migranti soccorsi verso l’Italia. Una circostanza questa che attira ire e prime polemiche di natura politica in seno al panorama italiano.

Il codice delle Ong del 2017

Nell’estate del 2017, quando al ministero dell’interno siede Marco Minniti, l’allora governo di Paolo Gentiloni decide di varare un codice di comportamento per tutte le organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo centrale e che trasportano migranti soccorsi in alto mare verso l’Italia. Si tratta di una serie di norme volte a limitare non tanti i salvataggi, quanto quei comportamenti in cui le stesse ong sembrano più volte voler forzare la mano e portare a tutti i costi i migranti nel nostro Paese, scaricando sull’Italia buona parte del peso del flusso migratorio di quei mesi lungo la sempre più trafficata rotta libica. Anche Sos Mediterranée deve sottostare a questo codice, aspramente criticato dalla stessa organizzazione al pari delle altre Ong che operano lungo le rotte del Mediterraneo.

Gli attriti con il governo italiano ed il caso della nave Aquarius

Ma i veri scontri con l’esecutivo di Roma si hanno a partire dal mese di giugno 2018, da quando cioè a Palazzo Chigi si insedia Giuseppe Conte e viene varato l’esecutivo cosiddetto “gialloverde”. Al ministero dell’interno siede adesso il leader leghista Matteo Salvini, il quale introduce il principio del non ingresso nei porti italiani delle navi delle organizzazioni non governative. Secondo Salvini, i soccorsi a largo della Libia ed il successivo trasporto in Italia costituiscono nella migliore delle ipotesi un indiretto aiuto agli scafisti ed a coloro che organizzano i viaggi della speranza.

Il primo braccio di ferro tra una ong ed il nuovo governo italiano, riguarda proprio il caso della nave Aquarius, quella cioè noleggiata da Sos Mediterranée. Il mezzo, nel giugno del 2018, soccorre almeno sei gommoni in difficoltà caricando a bordo complessivamente 628 migranti. Un numero molto elevato, dovuto al fatto che in quel momento la Aquarius è l’unica nave di una Ong operante nel Mediterraneo. Il ministero dell’interno italiano nega l’accesso nei porti del nostro Paese e inizia dunque un lungo tira e molla tra autorità di Roma ed Sos Mediterranée. La nave Aquarius rimane fuori dai porti per diversi giorni ed è al centro delle polemiche politiche. La situazione si risolve solo con il via libera allo sbarco da parte del governo spagnolo, con la nave che quindi vira verso il porti di Valencia.

Le navi usate da Sos Mediterranée

La Aquarius, come detto, è la prima nave che si imbatte nella nuova politica del governo italiano inaugurata dal ministro dell’interno Matteo Salvini. Per questo la nave di Sos Mediterranée diventa subito molto nota nel panorama dei messi usati dalle ong, ma attualmente essa risulta inattiva. Anche perché nei mesi successivi al braccio di ferro con il governo italiano, sulla ong di appartenenza arrivano diverse inchieste che pongono per mesi la Aquarius sotto sequestro.

L’inchiesta più importante riguarda un presunto illecito smaltimento dei rifiuti dalla Aquarius operato da Sos Mediterranée, che porta ad un sequestro molto lungo del mezzo.

Oggi però l’Ong, sempre assieme a Medici Senza Frontiere, punta su un’altra nave: la Ocean Viking. Salpata nel luglio 2019 per una nuova missione nel Mediterraneo, è con questo mezzo che l’organizzazione punta a diventare nuovamente riferimento per il soccorso in mare.

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