"Qui vige la regola universale e inderogabile dell'educazione e del rispetto reciproco", così il centro per l'impiego di Monfalcone (Gorizia) risponde a tutti quegli stranieri che nelle scorse settimane si erano rifiutati di parlare con i dipendenti del centro perché donne.
Il cartello è stato appeso all'ingresso del centro su iniziativa della Regione e dell'assessore al Lavoro Alessia Rosolen. Ben visibile, così nessuno può sbagliarsi. Ma come mai si è dovuti arrivare a tanto? Perché nei giorni scorsi, alcuni stranieri si sono "rifiutati di interloquire con delle operatrici in quanto donne". L'assessore al Lavoro continua e con fermezza dichiara: "Se la disponibilità e la professionalità degli operatori sono requisiti indispensabili, è parimenti doveroso che tutti i cittadini si comportino in modo civile e rispettoso. Se qualche retaggio culturale induce una persona a oltraggiare le donne, o a comportarsi in modo maleducato con gli operatori, ci sono due possibilità: o cambia abitudini, o cambia Paese. Qui la sopraffazione non è ammessa".
Parole chiarissime che non hanno bisogno di "traduzioni". Ma cosa c'è scritto nel cartello? L'assessore ha voluto che il testo riprendesse l'articolo 3 della Costituzione italiana ("tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali") in diverse lingue: italiano, sloveno, tedesco e inglese, oltre che in friluano.
Quella del Friuli Venezia Giulia è una posizione netta, è la posizione di chi è stufo di sopportare.
La Regione ha quindi annunciato che lo stesso cartello verrà affisso in tutti i centri per l'impiego del territorio, visto che a San Daniele del Friuli (Udine), si è registrato un caso di aggressione nei confronti di una dipendente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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