Milano La libertà provvisoria di Fabrizio Corona potrebbe finire col prossimo novembre, quando il tribunale dovrà decidere se le ripetute intemperanze dell'ex re dei paparazzi siano compatibili con l'indulgenza che finora la giustizia gli ha dimostrato. Ma già prima di allora il vulcanico ex fidanzato di Nina Moric e di Belen dovrà fare i conti con un grattacapo non irrilevante: la bella casa in cui viveva ai tempi più fulgidi della sua carriera, e in cui continua a vivere a dispetto delle condanne e delle confische, gli verrà tolta. Una sorta di nemesi: il grande appartamento nel quartiere più glamour di Milano diverrà una casa alloggio per la Guardia di finanza, destinata ad ospitare i parenti delle «fiamme gialle» malate che vengono a Milano per farsi curare. E il bel Fabrizio dovrà trovarsi un altro domicilio da comunicare ai carabinieri incaricati di controllare i suoi orari di orario e di uscita.
Centottanta metri quadri in via de Cristoforis: la casa di Corona ormai non appartiene più a Corona ma all'Agenzia nazionale dei beni confiscati, essendosi assodato che non l'aveva comprata con i suoi soldi ma con quelli prelevati dalle casse della sua società, anche per questo finita in bancarotta. Il 21 febbraio scorso, quando è uscito dal carcere per curarsi la dipendenza da cocaina, Corona però è tornato tranquillamente ad abitare nell'appartamento di via de Cristoforis che la sua fidanzata Silvia Provvedi aveva nel frattempo preso in affitto dal custode giudiziario (canone non esoso: 1.500 euro al mese più le spese condominiali). A convincere il custode ad affittare la casa alla fanciulla, una considerazione assai pragmatica: nell'appartamento ci sono tutti gli effetti personali di Corona tra cui un guardaroba gigantesco, che in caso di sfratto avrebbe dovuto essere traslocato a spese dello Stato e messo in deposito. L'operazione a conti fatti sarebbe risultata antieconomica. E poi se l'appartamento fosse rimasto vuoto le spese condominiali sarebbero ricadute sul tribunale. Così Silvia Provvedi è stata nominata custode delle scarpe, delle giacche e del resto. E appena «lui» è uscito di galera lo ha amorevolmente ripreso in casa.
Ma a turbare l'idillio sono intervenuti tre fattori inattesi. Dapprima la sentenza che ha reso definitiva la confisca della casa. Poi i comportamenti sconsiderati di Corona, che insultando il procuratore generale Maria Pia Gualtieri, colpevole di avere chiesto la sua condanna nel processo d'appello («Questa non ha capito un cazzo») ha innescato inevitabilmente l'iter per la revoca dell'affidamento. Fino all'ultima e più triste novità, la fine della storia d'amore tra Corona e Silvia.
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