Taranto, bimba muore di leucemia e i genitori scrivono a Mattarella

L'appello dei genitori alle istituzioni nella città del ricatto occupazionale

Taranto, bimba muore di leucemia e i genitori scrivono a Mattarella

Una notizia che arriva come una doccia fredda. Purtroppo non la prima del genere. Gli interessi economici e politici, la produzione mondiale di acciaio. Cosa sono davanti alla morte di una bambina di soli sette anni. Cosa sono davanti al dolore straziante dei genitori, impotenti davanti alla forza della malattia. Un vuoto insanabile. Ci si chiede il perché di tutto questo, ma non c'è una risposta. Ambra, una bambina nata a Taranto, all'ombra delle ciminiere dell'Ilva se n'è andata. E a portarla via una leucemia. Quel sangue malato perché?

I genitori già provati dalle loro condizioni economiche, sono entrambi disoccupati, hanno avuto il dolore più grande al mondo.

Ambra non è la prima bambina morta a causa dell'inquinamento. Così dai “Genitori tarantini”, un gruppo che si batte contro i danni alla salute causati dal colosso dell'acciaio che sorge proprio accanto alla città giunge una lettera. I destinatari? Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il governo, il governatore della Puglia Michele Emiliano e il neo-eletto sindaco della città, Rinaldo Melucci. La missiva è un appello alla sensibilizzazione davanti all'ennesima morte ingiusta. “Ambra era figlia di Taranto, la città che ogni maledetto giorno, da cinquant'anni a questa parte, piange la scomparsa di cittadini, senza distinzione di sesso, età e ceto sociale, per interessi di pochi" scrivono i genitori per la piccola morta dopo due anni di sofferenza. Troppo grande e disumano il dramma per la sua tenera età.

"Dovreste essere voi, signori – aggiungono, ancora nella missiva - con le più alte cariche che la democrazia prevede, a chinare il capo, oppressi da quel senso di vergogna che martella il cervello senza tregua. Voi che, pur di non decidere, decidete che un'industria altamente inquinante debba essere venduta. Voi che, pur di venderla, stendete tappeti rossi cosparsi di petali di immunità penale ai piedi dei nuovi acquirenti, ancora più violenti e menefreghisti dei precedenti. Avreste potuto cambiare il corso della storia e non avete voluto farlo, chiediamo se avete una coscienza, sicuri che mentirete ancora rispondendo sì. Ambra aveva sette anni e ancora tanti regali da aprire".

Quei regali Ambra non li scarterà mai più e chissà se li avrebbe potuti scartare con due genitori disoccupati nella città dove pende un nodo ancora irrisolto che vede da un lato la

tutela della salute e dall'altro la tutela del lavoro. Una città dove l'aspirazione più grande è lavorare all'Ilva con uno stipendio sicuro in condizioni però ancora lontane dallo standard che impone il rispetto della salute.

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