Taranto, raid al locale dove si serve kebab. Arrestati gli autori

Uno dei dipendenti fu ferito da tre colpi di pistola. L’episodio a dicembre scorso

Taranto, raid al locale dove si serve kebab. Arrestati gli autori

Sono stati arrestati questa mattina a Taranto dagli agenti della polizia i componenti di un gruppo responsabile di una raid ai danni di due dipendenti di un locale dove si serve il kebab in cui uno dei due venne ferito da tre colpi d'arma da fuoco. La squadra mobile ha dato esecuzione a una misura cautelare emessa dal gip di Taranto nei confronti di cinque indagati (di cui quattro in carcere e una con il beneficio dei domiciliari), tutti pregiudicati e residenti in quartieri periferici del capoluogo pugliese (Tramontone e Paolo VI). Uno degli indagati è già detenuto. I destinatari del provvedimento devono rispondere a vario titolo di lesioni personali, porto in luogo pubblico di arma da sparo e danneggiamento, con le aggravanti di aver commesso il fatto con armi, per futili motivi e in più persone riunite.

All'alba del 16 dicembre scorso, alla centrale operativa della Questura di Taranto fu chiesto l'intervento per una sparatoria consumatasi poco prima all'interno di un esercizio commerciale "Kebabberia Group" a Talsano (una frazione di Taranto, ndr). Cinque o sei persone, ricostruirono gli agenti intervenuti, dopo aver sfondato la porta di ingresso del negozio e danneggiato arredi e suppellettili, aggredirono due dipendenti che erano al lavoro, ferendone uno a colpi di pistola. Il sopralluogo permise di trovare tre bossoli e un proiettile inesploso calibro 6,35 e delle ciabatte in plastica di colore bianco e nero con un copricapo. Dalla testimonianza delle vittime e di altre persone informate sui fatti, emerse che, probabilmente, il gruppo era stato mandato dal gestore di un altro locale distante pochi metri per la confusione creata da clienti molesti del locale dove si serve il kebab. Uno di loro, con precedenti per omicidio, rapina, porto di armi comuni da sparo, violazione di domicilio, furto, spaccio di stupefacenti, violazione degli obblighi connessi alle misure di prevenzione, evasione, considerato nella zona una specie di giustiziere, radunò gli altri, anche loro con analoghi precedenti.

Così bastò il rifiuto di servire loro un panino, dato che il locale aveva chiuso, per scatenare la violenta reazione del gruppo.

Perquisizioni e sequestri subito dopo il fatto hanno consentito di trovare anche gli indumenti degli autori del raid corrispondenti a quelli descritti dalle vittime; immagini registrate dal sistema di videosorveglianza del locale insieme delle intercettazioni hanno dato modo di dimostrare la presenza sul luogo degli indagati. Trovata anche l'Opel Zafira a bordo della quale il gruppo si era allontanato, con tracce di sangue riconducibili all'aggressione.

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