Il fenomeno è in aumento: automobili immatricolate all'estero per poter sfuggire alle multe grazie alla targa straniera. Secondo il Secolo XIX, che prende in esame perlopiù la realtà genovese, ogni anno ci sono dalle 12mila alle 13mila contravvenzioni non pagate grazie a questo stratagemma.
A favorire questo tipo di evasione è quasi sempre la difficoltà nel reperire i proprietari del veicolo, complici molto spesso anche autorità estere non proprio inclini a diffondere i dati dei propri cittadini morosi. Risale a pochi giorni fa il caso di un cittadino straniero che si era premurato di pagare una multa al Comune di Lerici con cinquant'anni di ritardo: meglio tardi che mai, si potrà dire, quello che conta è la buona fede.
Buona fede che però non è sempre tale, come dimostrano i (numerosi) casi di cittadini che si recano all'estero per immatricolare il proprio veicolo: assicurazioni meno costose e tasse praticamente inesistenti, certo. Ma anche la speranza di scampare a multe che difficilmente riusciranno a raggiungerli. Il Secolo calcola che questi casi rappresentino almeno il 10% di tutti i veicoli con targa straniera in circolazione.
Certo, ci sono nazioni più "collaborative" in questo senso, come la Germania, l'Austria e la Spagna, e altre meno disposte a cooperare con le nostre autorità, come accade nel caso della Svizzera e della Francia.
Il trend resta comunque in costante espansione, come
dimostra la fioritura di siti Internet dedicati, allo scopo di snellire le pratiche per immatricolare il proprio veicolo all'estero: la destinazione più gettonata, stando alle statistiche, sarebbe la Bulgaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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