Tensione tra Italia e Francia dopo il blitz a Bardonecchia

Parigi non chiede scusa: "Dalla nostra polizia un intervento legittimo". Farnesina: "Inaccettabile, rapporti a rischio"

Tensione tra Italia e Francia dopo il blitz a Bardonecchia

Sale la tensione tra Italia e Francia dopo il blitz di ieri sera nella stazione piemontese di Bardonecchia dove la polizia francese ha fatto irruzione per controllare le urine di un migrante ritenuto spacciatore.

Dopo le polemiche e le dure condanne da tutto il mondo politico - Matteo Salvini è arrivato a chiedere l'espulsione dei diplomatici d'Oltralpe - il ministero degli Esteri italiano ha convocato alla Farnesina l'ambasciatore francese a Roma, Christian Masset.

Parigi difende però i propri agenti e si appella a un accordo risalente a 28 anni fa. "I doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in base a un accordo sugli uffici di confine del 1990 in condizione di rispetto della legge e delle persone", dice il ministro francese dei Conti pubblici, Gerald Darmanin, secondo cui la brigata ferroviaria delle dogane francesi di Modane era di controllo sul Tgv Parigi-Milano, "Gli agenti hanno sospettato di un viaggiatore di nazionalità nigeriana e residente in Italia in merito a un eventuale detenzione corporea di stupefacenti. In applicazione dell'articolo 60bis del codice delle dogane gli agenti hanno chiesto alla persona il permesso di procedere a un test delle urine e la persona ha accettato per iscritto. Gli agenti hanno quindi atteso l'arrivo del treno per utilizzare i locali attinenti alla stazione di Bardonecchia messi a disposizione della dogana francese in applicazione degli accordi del 1990 degli uffici transfrontalieri. Locali che erano da qualche mese messi a disposizione di una associazione per i migranti e gli agenti hanno sollecitato la possibilità di accedere ai sanitari, permesso che gli è stato accordato".

"Grave e del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri" quello che è successo, secondo la Farnesina che in un comunicato diffuso in serata ha messo in chiaro come i locali dove i fatti sono avvenuti non siano più accessibili ai francesi, perché utilizzati a scopi umanitari.

Una questione di cui, secondo le autorità italiane, oltre frontiera erano perfettamente al corrente. I fatti mettono a rischio la collaborazione, ha aggiunto Roma, che valuta ora di sospendere la possibilità per i doganieri di entrare in Italia.

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