Terremoto, in Emilia si salva solo il "commissario" Errani

I danni sono ingenti, ma l'emergenza aiuta. Il governatore dell'Emilia Romagna, incaricato della ricostruzione, nasconde sotto le macerie i guai giudiziari

Terremoto, in Emilia si salva solo il "commissario" Errani

Vasco Errani, governatore del­l’Emilia Romagna, è da giorni in prima linea per fronteggiare la dram­matica emergenza del terremoto nella sua regione. È preoccupato, giustamente. I danni sono ingentis­simi. Le risorse per ripartire ancora aleatorie, e quindi incalcolabili. I tempi per il ritorno a una parvenza di normalità imprevedibili. Il gover­no l’ha nominato commissario stra­ordinario per la ricostruzione: un compito arduo per il volto più noto del Partito democratico in Emilia Romagna, che lo impegna a tempo pieno, lo costringe a continui so­pralluoghi sulle località ridotte in macerie e gli impone anche un’assi­dua presenza su giornali, radio, tele­visioni.

Errani visita i centri di prima acco­glienza, telefona a ministri, accom­pagna delegazioni accorse dal Par­lamento europeo, butta un occhio sulla Protezione civile e il coordina­mento dei soccorsi, indica le priori­tà, rivolge appelli contro le infiltra­zioni mafiose, tiene aggiornato il premier Monti, studia dove recupe­rare risorse, sollecita decreti. Il se­gretario del suo partito, Pierluigi Bersani, non ha preso tanto bene il fatto che Errani sia stato nominato commissario per la ricostruzione. «Riflettiamoci - è stato l’invito del leader Pd - , proviamo ad accettare la sfida di istituzioni che funziona­no e a evitare per una volta in Italia il commissariamento per vedere se le istituzioni e la società insieme funzionano».

Forse l’inascoltato Bersani teme­va una sovraesposizione del suo amico e successore alla presidenza dell’Emilia Romagna. La preoccu­pazione non è infondata.

Soprattut­to perché Errani ha altre cose di cui preoccuparsi. Per esempio, l’inda­gin­e a suo carico della procura di Bo­logna per i finanziamenti ( un milio­ne di euro) concessi dalla regione al­la cooperativa agricola di cui era presidente Giovanni Errani, il fratel­lo maggiore di Vasco. Inchiesta che è in pieno svolgimento e per la qua­le Errani jr ha ricevuto un avviso di garanzia due mesi e mezzo fa.

Fu il Giornale a portare alla luce lo scandalo nell’ottobre 2009.La co­operativa Terremerse di Bagnaca­vallo (Ravenna) ebbe dalla regione un sussidio per lavori eseguiti in mo­do irregolare e senza troppi control­li. Procura e Guardia di finanza, al termine di una accurata serie di veri­fiche, hanno indagato Giovanni per truffa aggravata ai danni dell’en­te locale e Vasco per falso ideologi­co. Il presidente avrebbe infatti for­nito agli inquirenti informazioni scorrette e parziali in un dossier che doveva dimostrare la correttezza del suo operato. Assieme ai fratelli Errani sono indagate altre sette per­sone tra funzionari della regione, progettisti e costruttori della canti­na vinicola cui erano destinati i fon­di.

Il governatore si proclama inno­cente, come in effetti è fino al pronunciamento definitivo di una cor­te di giustizia. Resta il fatto che il suo partito (il Pd) e quelli che sostengo­no la sua giunta (Italia dei Valori, Fe­derazione della sinistra, Verdi, Sini­stra e libertà) non esitano a preten­dere d­imissioni di governatori di al­tre regioni e di diverso orientamen­to ( un nome su tutti: Roberto Formi­goni) che non sono nemmeno inda­gati, mentre chiudono gli occhi quando l’attenzione della magistra­tura si concentra sui propri iscritti. Il centrodestra aveva chiesto le di­missioni di Errani, il quale aveva portato in consiglio regionale le stesse carte per le quali è indagato. La proposta non fu neppure am­messa al voto. Ora, nel pieno di una tragica emergenza della quale è im­possibile prevedere la durata e la gravità, nessuno potrà più azzardar­si a mettere in discussione il gover­natore Errani. Il commissario alla ri­costruzione non si tocca, ci man­cherebbe. Guai manomettere il per­no attorno al quale gira l’apparato dei soccorsi.

Così, il terremoto che demolisce case, chiese, torri e fab­briche finisce paradossalmente per puntellare una carriera politica che stava vacillando sotto scossoni giudiziari di una certa intensità. E poi dicono che il sisma rade tutto al suolo. Oltre all’incrollabile dignità della gente emiliana, resta in piedi anche qualche poltrona di sinistra.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica