
La giornata grillina della memoria (quella neuronale) dovrebbe celebrarsi ogni giorno per via della smemoratezza di chi pone continuamente veti morali sulle candidature altrui: l'ultima indiscrezione (da confermare) riguarda la scelta di Giuseppe Conte di promuovere a supervisore morale delle candidature in Campania nientemeno che Cafiero De Raho, vicepresidente della Commissione antimafia gravato da un conflitto d'interessi ciclopico: l'ex magistrato è colui che dovrebbe indagare, in teoria, su episodi accaduti durante il suo mandato da capo della Procura antimafia (le vicende sui dossieraggi e il caso Striano) che sono apertamente connessi a persone che lui stesso aveva promosso o sostenuto. Ovviamente non è tutto qui. Il Movimento che ha costruito il suo consenso su una promessa di purezza morale è come un ascensore rotto: fermo ai piani alti e con garantismo sfrenato per gli amici e scomunica per i nemici. L'onestà è un algoritmo da disattivare quando serve. Qui di seguito una parata di schizofrenia moralistica selettiva.
Virginia Raggi. L'ex sindaca di Roma fu indagata nel 2018 (abuso d'ufficio e falso) in relazione alla nomina di Renato Marra al Dipartimento Turismo del Campidoglio: ne uscì assolta, ma la questione morale rimase, anche perché la Corte dei Conti le contestò un danno erariale di 100mila euro per le assunzioni irregolari all'azienda della nettezza urbana romana, l'Ama. Nel 2023 si aggiunse una richiesta di imputazione coatta per falsa testimonianza e calunnia per il caso bilancio Ama 2017. Come la prese Giuseppe Conte? "Virginia è un simbolo della buona amministrazione".
Chiara Appendino. L'ex sindaca di Torino dal 2016 al 2021 fu travolta dal caso all'apparenza più grave e cioè la calca di piazza San Carlo del giugno 2017 durante la proiezione di JuventusReal Madrid. Nel gennaio 2021 ci fu una condanna in primo grado a 1 anno e 6 mesi per omicidio colposo, lesioni e disastro colposo. Nel giugno 2023 la Corte d'Appello confermò, ora si aspetta la Cassazione. Magistrati troppo severi? La regola dell'intransigenza è grillina, non nostra. In altri tempi un solo avviso di garanzia faceva precipitare dal blog di Grillo come da un trabattello.
Antonio Cozzolino. Ex sindaco di Civitavecchia, a fine 2017 fu indagato per tentata estorsione in relazione a una vertenza su un passaggio di dipendenti da una partecipata comunale a un'altra: un audio pubblicato da Etruria News pubblicò la frase "chi non firma è fuori" rivolta ai lavoratori che rifiutavano la riduzione degli stipendi. Le indagini si conclusero nel 2018 senza provvedimenti giudiziari definitivi, ma l'episodio restò moralmente emblematico come notarono molti militanti di un grillismo passato da difensore dei diritti sociali a padrone della ferriera. A gennaio 2016 Cozzolino scrisse al Prefetto e chiese la sospensione dei consiglieri d'opposizione che avevano presentato una diffida su una gara pubblica, una genialata democratica che Victor Orban in confronto è Nelson Mandela.
Federico Pizzarotti. L'ex sindaco di Parma è stato espulso dal Movimento nel 2016 solo per non aver comunicato tempestivamente un'indagine per abuso d'ufficio poi archiviata.
Filippo Nogarin. Viceversa l'ex sindaco grillino di Livorno nel 2017 è rimasto al suo posto (nessuna questione morale) nonostante un'indagine per bancarotta fraudolenta poi chiusa nel 2021 con un'assoluzione. Due sindaci e due misure.
Rosa Capuozzo. La terza misura è per l'ex sindaca di Quarto (Napoli) A) che nel 2016 fu coinvolta in un'inchiesta su abuso edilizio e presunte pressioni camorristiche: prima strenuamente difesa, poi messa malamente alla porta. Una coerenza calibrata su dati inaccessibili alle menti normali.
Riccardo Tucci. Questo deputato calabrese grillino è stato rinviato a giudizio nel 2021 per frode fiscale dopo un sequestro di beni da 800mila euro. Ciò malgrado, il Movimento l'ha ricandidato alle elezioni del 2022 col sigillo di garanzia del presidente Conte. Il procedimento è in corso.
Domenico Arcuri. Il supercommissario dell'emergenza Covid, scelto da Conte, è stato indagato dall'ottobre 2021 per peculato e abuso d'ufficio nella gestione delle forniture di mascherine. Tutto è scivolato via senza troppo clamore, come se Arcuri avesse avuto un green pass interno al Movimento: poi le accuse di peculato e corruzione sono state archiviate e l'abuso d'ufficio è stato abolito l'anno scorso.
Luca Di Donna. Ex socio dello studio legale di Conte, è stato indagato per traffico di influenze illecite nel 2022: è lo stesso reato per cui è stato indagato e archiviato anche Beppe Grillo (garante morale del Movimento) in relazione ai suoi contatti con la compagnia Moby. Per questi casi, i grillini smemorini hanno aggiornato il codice etico con una formula tecnica: "Non è il momento di commentare". Il procedimento è in corso.
Per difetto non di memoria ma di spazio si tralasciano i casi dell'ex deputata Giulia Sarti (condanna per diffamazione, coinvolgimento in Rimborsopoli) e dell'europarlamentare Marco Valli (falsa laurea) e di Cesare Paladino, padre di Olivia Paladino che è la compagna di Conte: il quale Paladino ha patteggiato per peculato nel 2019 e in seguito ha goduto di una depenalizzazione del suo reato promossa dal governo Conte nel 2020, ma la Cassazione nel 2021 ha dichiarato non applicabile retroattivamente la depenalizzazione e ha quindi confermato il reato patteggiato.