
L’amore per la natura di Carlo III è noto in tutto il mondo da decenni. Il successore di Elisabetta II è conosciuto come un ambientalista, interessato ai temi relativi alla salvaguardia del pianeta, come l’inquinamento, il cambiamento climatico e la questione degli sprechi. Ha cercato di rendere i parchi che circondano i Palazzi reali dei veri e propri eden, dei rifugi per il corpo e lo spirito. Stando alle recenti rivelazioni, però, il Re avrebbe realizzato questa sorta di paradisi terrestri aperti ai visitatori a spese della serenità e del benessere psicologico dei suoi giardinieri. Il Palazzo si è difeso dalle accuse, ma gli addetti ai lavori, stanchi di presunte continue richieste e di un ambiente definito “tossico”, hanno fatto le valigie.
Un piccolo paradiso
Carlo III adora la residenza in stile georgiano di Highgrove (Tetbury, Gloucestershire). È la casa di campagna in cui, spiega il People, trascorre il suo tempo libero con la regina Camilla e nella quale sono cresciuti William e Harry. Quando i principi erano ancora piccoli, infatti, Carlo e Diana dividevano il loro tempo tra Kensington Palace e Highgrove, acquistata nel 1980. L’Express ha ricordato che Lady D non amava affatto la tenuta. A quanto pare, anzi, la detestava e nella biografia “Diana. Her True Story” arrivò a definirla una “prigione”. Carlo, invece, la restaurò e, ha sottolineato il magazine Hello, disegnò il Carpet Garden che nel 2001 vinse la medaglia d’argento al Chelsea Flower Show (fu il primo membro della royal family a partecipare con un giardino di sua creazione). Per la realizzazione dei bozzetti l’allora principe si ispirò alla trama di un tappetto turco che aveva in casa. Fece poi piantare alberi negli oltre tre chilometri quadrati del parco e intraprese la coltivazione dei terreni usando metodi biologici, fino a trasformare Highgrove in una specie di fattoria con annesso negozio di prodotti biologici. La tenuta è di proprietà del Ducato di Cornovaglia e dal 1996 i suoi giardini sono aperti al pubblico, con una media di 40mila visitatori all’anno, ha riportato il People.
“Harmony Summit”
Nel luglio 2025 Carlo III ha tenuto proprio ad Highgrove l’Harmony Summit ovvero, come ha spiegato la Bbc, “la celebrazione della filosofia del Re di armonia con la natura”. Per l’occasione il sovrano ha invitato alcuni rappresentanti delle tribù dell’Amazzonia insieme a filantropi, ambientalisti e proprietari di fattorie. C’era anche una troupe di Amazon Prime pronta a girare un documentario, la cui messa in onda è prevista per il prossimo anno, sull’impegno ecologista del Re. Durante il summit, ha scritto ancora la Bbc, ci sarebbe stata una “cerimonia del fuoco” durante la quale i partecipanti, in cerchio, avrebbero “onorato il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest e poi Madre Terra, c’era un leader indigeno…che indossava un copricapo e una tunica scintillante di piume blu”.
Lo scandalo dei giardini reali
Questo (relativamente) piccolo angolo di paradiso è stato turbato da uno scandalo che sta minando profondamente l’immagine in apparenza pacata e tollerante di Sua Maestà. Lo scorso 20 luglio il Sunday Times ha scritto che dal marzo 2022 a oggi ben undici dei dodici giardinieri di Highgrove si sarebbero licenziati a causa di complesse condizioni che avrebbero trasformato i giardini della residenza in un ambiente di lavoro “tossico”. Diversi membri dello staff sostengono di aver messo a disposizione le loro competenze per un salario minimo. Inoltre accusano il Re di averli letteralmente bersagliati con una valanga di richieste e appunti sul lavoro svolto scritti, ha specificato il Sunday Times, con "inchiostro rosso intenso". Continue osservazioni e critiche "sorprendentemente specifiche ed emotive", che avrebbero travolto e schiacciato il morale dei giardinieri.
“Non mettete più quell’uomo di fronte a me”
Un membro dello staff, citato dal Sunday Times, ha dichiarato: “Le risorse erano insufficienti e avevamo difficoltà a soddisfare le richieste del Re”. Il team avrebbe addirittura “sviluppato danni fisici nel tentativo di stare al passo e il team si è demotivato”. Una volta uno dei giardinieri in prova sarebbe stato mandato via dopo aver “rivelato di non conoscere un particolare fiore”. Carlo III, di fronte a quella ammissione, avrebbe detto: “Non mettete più quell’uomo di fronte a me”. Tuttavia secondo un’indagine svolta dal People tra il 2024 e il 2025 vi sarebbe stata solo una lamentela da parte di un membro dello staff di Highgrove, composto da circa cinquecento persone.
“Gestione inadeguata”?
Secondo quanto riportato dal People e dal New York Post dal 2021 i giardini di Highgrove sono amministrati dalla King’s Foundation, che si sarebbe rivolta a un’agenzia di consulenza per le risorse umane, la WorkNest, allo scopo di stabilire la verità. A quanto pare questa agenzia avrebbe confermato, ha scritto il People, “la carenza di personale, le pratiche di gestione inadeguate e gli stipendi bassi, che hanno portato a una difficoltà nella fidelizzazione [del team]”. Il New York Post ha anche evidenziato che “nonostante lo scorso anno gli introiti [di Highgrove] siano stati di oltre 8 milioni di dollari, molto più alti di quelli delle altre residenze reali”, secondo gli insider “si continua ad amministrare i giardini con risorse minime”.
“Non è colpa del Re”
I risultati dell’indagine di WorkNest sarebbero stati confutati da alcuni ex membri dello staff, tra cui l’ex giardiniere senior Jack Stooks, al servizio di Carlo III a Highgrove per ventun anni. Stooks ha riferito al New York Post: “Penso che la presa di posizione nei confronti del Re sia ingiusta. Non credo ci si dovrebbe rivolgere a lui”. L’ex giardiniere senior ha fatto presente che è la King’s Foundation a gestire i giardini e sebbene Carlo sia “parte della fondazione” non sarebbe lui a occuparsi direttamente di queste questioni. “Il Re ha riposto la sua fiducia [nella fondazione] e se questa amministra le cose in maniera scorretta e inappropriata non è colpa del Re, ma [della King’s Foundation]”. Infine ha aggiunto: “Se ci sono problemi ora il Re può risolverli e sono certo che sia esattamente ciò che farà di conseguenza”. Stooks potrebbe avere ragione solo in parte, perché le testimonianze del Sunday Times parlerebbero di un coinvolgimento diretto di Carlo, il quale avrebbe contribuito a complicare una situazione forse già precaria con le sue presunte richieste.
Il “benessere” dello staff
Un portavoce della King’s Foundation ha immediatamente respinto tutte le accuse, assicurando al People: “…Prendiamo molto sul serio il benessere dello staff e ci impegniamo a essere datori di lavoro esemplari. Siamo orgogliosi di poter riportare delle percentuali di soddisfazione molto alte attraverso il nostro sondaggio annuale allo staff”. Il portavoce ha aggiunto: “Il turnover del nostro staff è ben al di sotto della media nazionale, come pure il numero di reclami formali presentati…”. Gli insider della King’s Foundation hanno dichiarato anche che dal 2022 i dipendenti della residenza reale avrebbero avuto aumenti di stipendio annuali compresi tra il 15% e il 19%, “in linea con la media nazionale”.
L’orgoglio di Carlo
In difesa di Sua Maestà c’è anche una fonte di Palazzo che a Vanity Fair.com ha spiegato: “Sembra vi siano alcuni ex membri dello staff piuttosto scontenti che vogliono creare problemi alla King’s Foundation”. Poi ha puntualizzato: “Il Re ama Highgrove ed è molto orgoglioso di tutto ciò che ha creato lì”. A questo proposito Jack Stooks ha raccontato al magazine “Ok!” gli anni trascorsi a Highgrove: “[Re Carlo] era sempre molto concentrato…Se veniva nella residenza nei fine settimana, stava fuori in giardino per controllare ciò che era stato fatto e ciò che non era stato fatto…Era bello sapere di lavorare per qualcuno che si prendeva cura di tutto. Era interessato al giardino e sapeva quel che succedeva”. Secondo il l'ex collaboratore Carlo avrebbe semplicemente avuto l’abitudine di dare consigli allo staff e di far notare loro ciò che doveva essere fatto. Nelle sue parole, però, non vi è traccia della frustrazione emersa con le accuse degli ex giardinieri.
Dov’è la verità?
La questione si compone di due aspetti, uno più oggettivo, riguardante gli stipendi e le risorse, l’altro più soggettivo, inerente alle presunte richieste di Carlo III. Il primo punto di vista sarebbe stato analizzato da WorkNest, dunque dovrebbe esistere una documentazione in proposito, sebbene non tutti siano d’accordo con le conclusioni dell’agenzia. Il secondo, invece, presenta diversi problemi di interpretazione. Può darsi che il sovrano sia stato un po’ troppo esigente con lo staff. Del resto, come ha scritto Katie Nicholl su Vanity Fair.com, il Re sarebbe "noto per la sua attenzione ai dettagli, in particolare quando si tratta dei suoi giardini”. L’esperta, però, ha sottolineato che le note lasciate da Carlo ai giardinieri non sarebbero state solo di critica, ma anche di “elogi”. Ciò non toglie che qualche volta Sua Maestà potrebbe aver perso la pazienza, essersi comportato in modo poco regale. I biografi sostengono che abbia un carattere capriccioso e irascibile (benché diverse voci sul suo conto non siano state dimostrate).
Dall’altra parte, però, non possiamo escludere che qualche membro dello staff abbia preso sul personale i possibili rimproveri del Re. Ognuno di noi ha una sensibilità diversa, derivata anche dalle esperienze passate. Potrebbe anche esservi stato un comportamento eccessivo e quindi incomprensione da entrambe le parti.