Invio. Fatto, bene. E poi? Chissà. Terremoto, vittime, distruzioni, lacrime, donazioni. Il buon cuore degli italiani, anche e soprattutto degli italiani che faticano ad arrivare a fine mese, si allarga puntualmente sempre di più in queste occasioni. E gli Sms, moderno modo di sborsare e far sborsare quattrini all’insegna della solidarietà, partono a raffica.
Due euro spediti con un messaggino al 45500. Il costo di un paio di caffè (di quei caffè a buon mercato, oramai) che entrano così nell’orbita di quel flusso di denaro, tanto denaro, sul quale gli stessi italiani che donano hanno tutto il diritto di interrogarsi.
Che fine fanno, dunque, questi preziosi Sms che tanti di noi si sono affrettati ad inviare e continueranno ad inviare da qui al 26 Giugno, data conclusiva della raccolta di fondi, stabilita dalla Protezione Civile, d’intesa con la Regione Emilia Romagna? Una domandina semplice, quanto lecita, che sta scuotendo, internettianamente parlando, in particolar modo il popolo dei blog, dei post e dei twitter.
Vediamo di capirci qualcosa di più, dati alla mano con l’aiuto del Vice Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli. «La cifra raccolta sarà interamente destinata alle popolazioni colpite e, come è già accaduto in passato, le cifre donate non saranno gravate da Iva né alcuna quota sarà trattenuta dai vari operatori di telefonia. Ma i soldi, questo è bene precisarlo, non arrivano immediatamente nella disponibilità della Protezione Civile, nè degli operatori telefonici. Quella che si fa con gli Sms è infatti una sorta di promessa di donazione e fino a quando Tim, Vodafone, Wind, etc non riscuotono le bollette, non possono entrare in possesso dei soldi e quindi non possono trasferirli alla Protezione Civile sul conto che la stessa Protezione Civile ha presso la tesoreria dello Stato alla Banca d'Italia». Aggiungiamo noi, per ulteriore precisazione, che i tempi tecnici di trasferimento dei fondi sono di circa 60 giorni, in pratica quando il donatore paga la bolletta.
«Detto questo - precisa ancora Borrelli - a gestire materialmente i fondi raccolti questa volta sarà Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna coadiuvato dagli altri Presidenti delle regioni colpite dal sisma (Lombardia e Veneto) e da un comitato di garanti che si sta formando. Il totale è già cospicuo: al momento siamo a 10 milioni e 55 mila euro, una cifra aggiornata alle 14 di ieri. Ma in internet suonano per la verità anche altre note stonate. E sono gli interrogativi sulla destinazione finale dei soldi raccolti via sms all’indomani del terremoto dell’Aquila nel 2009 qualcosa, tra sms e donazioni varie, come 68.338.754,90.
Ebbene, come conferma sempre il numero due della Protezione Civile, «un dieci per cento circa di questa cifra è stato girato a suo tempo a una Onlus, la fondazione Etimos (convenzione approvata dalla Corte dei Conti) che per un costo di esercizio di 400 mila euro spalmati in nove anni, si è occupata e si sta continuando ad occupare di finanziare in Abruzzo progetti di microcredito attentamente vagliati. Quello che occorre precisare è che alla fine del suo mandato Etimos- aggiunge Borrelli, restituirà interamente il denaro raccolto al governatore della Regione Abruzzo».
In ogni caso si tratta di denaro che è stato usato come garanzia, ma non speso. A fronte della garanzia, le banche hanno erogato microcrediti con fondi propri che funzionano bene, almeno se si considera l’ultimo bilancio.
Di fatto in Abruzzo sono stati erogati tramite Etimos oltre 3 milioni e 830 mila euro di crediti da Gennaio 2011 a oggi, con un totale di 191 finanziamenti suddivisi fra imprese (114), cooperative (9) e famiglie (68), per un ammontare medio che si attesta rispettivamente intorno a 27mila, 38mila e 5.600 euro.Il modus operandi è che si pagano singoli progetti o si sostengono singole famiglie in difficoltà sulla base di una precisa programmazione. Niente è (o sembra) lasciato al «caso», dunque.
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