"Ho visto Yara e Bossetti in auto"

Alma Azzolin ha confessato di aver visto Yara con Bossetti nel parcheggio del cimitero di Brembate Sopra. "I due si conoscevano"

"Ho visto Yara e Bossetti in auto"

Stamattina al processo per l’omicidio di Yara Gambirasio è stata sentita una testimone chiave che ha dichiarato di aver visto la ragazza in macchina con Bossetti qualche mese prima dell'omicidio.

Alma Azzolin, dopo l'arresto del carpentiere nel giugno 2014, aveva raccontato ai carabinieri di aver visto, nel giugno 2010, Bossetti in macchina con una ragazzina che secondo lei era Yara. (Yara è scomparsa il 26 novembre 2010 e il suo corpo era stato trovato tre mesi dopo ndr). La donna si era confidata con i carabinieri dopo che il volto del carpentiere era diventato noto. Questa testimonianza confermerebbe che i due si conoscevano e che la ragazza sarebbe salita spontaneamente sull'auto di Bossetti il giorno dell'omicidio.

In aula la Azzolin ha spiegato, che quando ha visto Bossetti, stava aspettando sua figlia e aveva parcheggiato negli spazi fuori dal cimitero di Brembate Sopra, che si trova davanti alla palestra frequentata da Yara. Mentre era in attesa, ha dichiarato di avere visto arrivare una station wagon grigia (come l’auto dei Bossetti ndr): "La macchina si è fermata vicino alla mia e un uomo con gli occhi chiarissimi mi fissava e mi ha messo a disagio" - ha raccontato la donna. La Azzolin ha poi notato una ragazzina che ha raggiunto l'auto dell'uomo ed è salita a bordo. "All'inizio non sapevo chi fosse quella ragazza, le davo 13/14 anni. Aveva una maglietta color salmone e i capelli mossi che si muovevano mentre correva. Poi quando Bossetti è andato in televisione, ho capito che potevo aiutare a sciogliere questo mistero".

Oggi pomeriggio sono stati sentiti in aula la madre, Ester Arzuffi, e il fratello di Massimo Bossetti. Ester era tanto attesa dai giornalisti dopo la scoperta del vero padre di Bossetti. Tutti si aspettavano alcune sue dichiarazioni per giustificare le incongruenze sulla sua gravidanza.

La presidente della Corte d'Assise ha inoltre spiegato che, avendo la Arzuffi legami di parentela con l'imputato, può avvalersi della facoltà di non rispondere. La donna ha così optato per questa soluzione.

Ester, quindi, si è limitata a salutare con la mano e con un sorriso il figlio che ha sempre difeso e ha conluso la sua testimonianza. Lo stesso atteggiamento è stato adottato dal fratello del muratore di Mapello, Fabio, che non ha detto mezza parola.

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