La toga non fa il santo

Durante l'ultimo ventennio la stampa di sinistra li ha resi tutti vergini e intoccabili in chiave antiberlusconiana. Sarebbe ora che li riportassero sulla terra

La toga non fa il santo

Il pm Simona Merra ieri si è dimessa dall'inchiesta sul disastro ferroviario di Andria. Le foto, pubblicate da questo giornale, che la ritraggono in atteggiamenti sconvenienti con l'avvocato Leonardo De Cesare, difensore di alcuni imputati dell'inchiesta stessa, hanno scoperchiato un intreccio di relazioni incompatibile con un corretto corso della giustizia al di sopra di ogni sospetto. Non sappiamo se il Csm - l'organo di autogoverno delle toghe - che sul caso ha aperto un'inchiesta, andrà oltre sul piano disciplinare. La cosa non ci riguarda. Per noi il punto è un altro, e va oltre il palese conflitto di interesse insito nell'intimità tra un pm e un avvocato controparte in una indagine su venti morti. E cioè aver dimostrato che i magistrati non sono degli dei immacolati appartenenti a una casta superiore priva dei vizi e delle debolezze di noi comuni mortali.

Le foto di Simona Merra e Leonardo De Cesare sono le stesse - lui che le bacia inginocchiato un piede e che le sfiora provocante il ventre - che si possono trovare sui social e sui telefonini di molti uomini e donne di mezza età come ricordo di una festa o serata nella quale si è bevuto un bicchiere di troppo. Nulla di male, la sconvenienza e il decoro, così come il senso del pudore, se non costituiscono reato, sono parametri soggettivi e non saremo certo noi a dare pagelle morali. E chissà di quanti altri magistrati si potrebbero documentare situazioni simili se solo si potessero aprire i loro telefonini e computer con la stessa leggerezza con la quale loro aprono i nostri. Perché questi signori, che ci guardano dall'alto, che a volte irrompono nelle nostre vite oltre il lecito, che mettono alla berlina le nostre vite private e sputano sentenze morali manco fossero sacerdoti, in realtà sono esattamente come noi, con le nostre stesse pulsioni, passioni, ambizioni. Come in qualsiasi categoria, anche nella loro ci sono santi e peccatori, geni e cretini, onesti e mascalzoni, incorruttibili e venduti, asceti e sessuomani, depressi, alcolizzati e via dicendo.

Durante l'ultimo ventennio la stampa di sinistra li ha resi tutti vergini e intoccabili in

chiave antiberlusconiana. Sarebbe ora che li riportassero sulla terra. Che indaghino seriamente e la smettano di fare i maestrini, perché in quanto a vita privata e a costumi morali non possono certo scagliare la prima pietra.

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