Tor Sapienza, riesplode la protesta contro gli immigrati: bruciati cassonetti

Il Campidoglio: "Abbiamo trasferito i 40 rifugiati per garantire la loro sicurezza ed evitare scontri con i residenti"

Tor Sapienza, riesplode la protesta contro gli immigrati: bruciati cassonetti

Tre cassonetti spostati in mezzo alla strada e poi dati alle fiamme. Viale De Chirico chiusa e copertoni bruciati. È questo il bilancio dell'ennesima notte di tensione nel quartiere Tor Sapienza alla periferia est di Roma. La rabbia riesplode proprio a pochi mesi di distanza dall’aggressione ai rifugiati del centro di accoglienza di via Morandi, che ospita una quarantina di immigrati. Per evitare scontri, infatti, è stato deciso di trasferire gli ospiti del centro d'accoglienza in una struttura in zona Aurelia.

"La calma è solo apparente - spiega la portavoce del comitato Tor Sapienza-Morandi, Sandra Zammataro - il Campidoglio nonostante le promesse non ha ancora trovato soluzione importanti a problemi importanti, parliamo di occupazioni abusive, del centro di accoglienza e dei campi rom. Basta dunque un nonnulla per far scoppiare una scintilla. Chiediamo che al più presto il Comune di Roma trovi una soluzione per il palazzo di sette pieni che fino ad oggi è ancora un centro di accoglienza e che rischia di diventare una nuova sede di occupazione, riproponendo lo stesso tipo di problema. Gli animi - conclude - sono esasperati ed anche per chi si trova nei comitati è difficile gestire questo malessere".

E l’assessore capitolino alle Politiche sociali, Francesca Danese, commenta con amarezza la situazione di tensione altissima che si respira da mesi nel quartiere: "È una sconfitta per me e per tutta Roma". E aggiunge: " Spero che questa città sappia accogliere in maniera diversa".

"La rabbia qui non si è mai sedata - rispondono i residenti - c’è solo una calma apparente con una tensione che si taglia con il coltello".

Ora in viale Morandi ci sono i nuovi lampioni al led, previsti dal piano del Campidoglio per il rilancio delle periferie, ma i residenti sono "esasperati", cercano di contenere quella rabbia esplosa a novembre. L’episodio di mercoledì pomeriggio ha gettato benzina sul fuoco delle polemiche.

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