Ancora tensioni a Torino dopo lo sgombero dell’asilo di via Alessandria avvenuto il mese scorso.
Ben lungi dal voler desistere, gli anarchici sono infatti ancora sul piede di guerra e promettono nuove durissime rappresaglie.
È ancora tanta la rabbia rimasta dopo la perdita della loro base e l’arresto di sei compagni, finiti dietro le sbarre con l’accusa di associazione sovversiva. Imputazione, fra l’altro, già caduta qualche giorno fa, grazie ai giudici del tribunale del riesame. A seguito di questa ultima delibera, due dei sovversivi si trovano già a piede libero, mentre per gli altri quattro permane la misura cautelare per reati di minor entità.
Dopo i tremendi disordini dell’ormai “famoso” sabato 9 febbraio, dove la città di Torino è stata letteralmente messa a ferro e fuoco, i ribelli tornano quindi all’attacco più determinati che mai. E lanciano minacce tramite il web. “Se qualcuno pensava che sarebbe finita qui, sabato 30 marzo bloccheremo la città”, promettono gli anarchici, come riportato da “Torino Today”. “Pensano che tutto si cancelli con un mezzo esito positivo di una delle tante udienze di riesame che affrontiamo? L'Asilo è stato sgomberato per farne un buco nero circondato da celere in attesa di finanziamenti per il sordido profitto dei padroni della città e il gaudio della sceriffa pentastellata. Pensa costei che tutto si cancelli solo perché da qualche stanza della questura le hanno detto di essere più prudente con le dichiarazioni?”.
Chiara Appendino è ormai finita nel mirino degli anarchici. Le manifestazioni d’odio nei suoi confronti hanno di fatto spinto la prefettura a mettere il sindaco 5 Stelle sotto scorta.
Un provvedimento rivelatosi più che necessario, dato che fra gli obiettivi degli anarchici pare esserci anche il negozio gestito dal marito della Appendino. I manifestanti si sono dati appuntamento per martedì grasso di fronte all’esercizio commerciale, dove si presenteranno in maschera per allestire una sorta di assedio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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