Dal Rosso di sera al rosso d'uovo. Michele Santoro è uno abituato ad andare al centro dei problemi. Il contorno, l'albume lo lascia agli altri, a quelli che una volta si chiamavano benpensanti, anche perché è appunto bianco, un non colore, quindi non allineato.
Sono passati sette mesi dalla kermesse con cui il giornalista chiuse Servizio pubblico per dedicarsi, suo malgrado, al privato. Sette mesi, quasi l'invecchiamento di un vinello leggero, mica roba da palati forti come il suo.Non l'ha ancora metabolizzato, il Nostro, lo stop al programma. Lo si capisce da come inizia il pezzo uscito ieri sul Fatto Quotidiano, locale di riferimento del santorismo. «Curiosamente, da quando siamo usciti di scena, non si parla più di crisi dei talk. Segno che i talk sono tutti uguali, ma ce n'era uno che evidentemente era più uguale degli altri». Pluralis maiestatis a parte, Santoro va come di consueto al cuore del problema. Che però nel frattempo è diventato un non problema, un albume colloso. L'articolessa, dopo aver (ri)saltato in padella le accuse alla Rai, colpevole di aver dimenticato nel freezer per anni il film Processo all'Olocausto, serve l'antipasto del nuovo progetto. Si chiama Buono! e viene portato in edicola da oggi proprio sul giornale diretto da Marco Travaglio.
Di che si tratta? Di cibo, è un inserto stellato, ma i pentastellati grillini non c'entrano un fico secco. Le stelle sono quelle Michelin di grandi cuochi come Gualtiero Marchesi. «Mangiare è un diritto, digerire è un dovere», diceva un altro stimabilissimo Marchesi, cioè Marcello. E Santoro, con quel peso sullo stomaco, ha deciso di farsi un'alka seltzer dedicandosi al buon gusto.Non è il primo, fra i celebri volti televisivi schierati à gauche, con o senza caviar, a cercare strade alternative che non portino a Roma, viale Mazzini o Saxa Rubra. Serena Dandini, per esempio, si è da tempo data al giardinaggio. Dai diamanti non nasce niente, ammoniva il suo libro su Storie di vita e giardini, citando De André.
Per fertilizzare, il letame cantato da Faber è molto meglio del famigerato fango destrorso. Un concetto, questo, che fiorisce puntualmente anche nel blog Il pane & le rose targato Io donna. Molta acqua è passata sotto i ponti e negli annaffiatoi da quando Serena era nella squadra sbarazzina della Tv delle ragazze, e molte ragazze hanno preso il posto delle ex ragazze come lei.Tipo Giulia Innocenzi, volgarmente appellata «santorina», con quella desinenza in «ina» che fa pensare a «olgettina».
Lei, «incurante dei consigli per gli acquisti - scrive il suo mentore nell'articolessa sopra citata - continua a occuparsi dei diritti degli animali e, a dire il vero, anche di quelli umani». Ecco, dopo cucina e giardinaggio, nella nuova fattoria della sinistra stanno benissimo anche gli animali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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