Si sono spiaggiati a Punta Penna, nel mare a nord del porto di Vasto. Sette capodogli, che avrebbero perso l’orientamento nell’Adriatico, appartengono a un gruppo già monitorato davanti la Croazia di recente: si tratta di mammiferi molto grandi, di 3-4 metri di lunghezza per un peso che può arrivare alla tonnellata. Quattro capodogli sono stati liberati e trascinati in acque più profonde, mentre tre sono morti sulla riva. Con l’episodio di Vasto si riaccende la polemica degli animalisti, dopo la morte, avvenuta ieri, dell’orsa Daniza in Trentino. "È un vero e proprio grido d’allarme, gravissimo in un bacino chiuso e di piccole dimensioni, che dovrebbe indurci a rivedere profondamente il nostro atteggiamento nei confronti del mare Adriatico", ha commentato il Wwf.
Intanto, dagli esami sui mammiferi è emersa la presenza di gas nei vasi sanguigni, probabile conseguenza di una riemersione troppo rapida, la cui causa potrebbe essere un trauma improvviso come quelli provocati dalle attività di prospezione con tecnica air-gun. A riferirlo all’Ansa è stato Vincenzo Olivieri del Centro studi cetacei onlus. La presenza di gas "vuol dire che quanto accaduto - spiega Olivieri - potrebbe essere messo in correlazione con le attività di ricerca petrolifera. Tecniche come l’air-gun producono un rumore fortissimo che spaventa e disorienta i capodogli.
Questo trauma porta i cetacei a una riemersione troppo rapida, la cui conseguenza è la permanenza di gas nei vasi sanguigni. È simile a ciò che accade ai sub colpiti da embolia in seguito a una mancata decompressione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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