Trento, stupra la sorellina per 4 anni: condannato a 3 anni e 8 mesi

Dopo aver sopportato a lungo in silenzio, la giovane vittima ha chiesto aiuto agli assistenti sociali. Il ragazzo, ritenuto colpevole, è stato condannato anche in appello

Trento, stupra la sorellina per 4 anni: condannato a 3 anni e 8 mesi

Arriva da Trento un’altra terribile storia di violenze sessuali consumate all’interno delle mura domestiche. Questa volta la vittima è una giovane che, al tempo degli abusi, aveva soltanto 12 anni.

Era suo fratello maggiore a violentarla: un incubo durato ben 4 anni.

Il caso è naturalmente finito in tribunale, e nella giornata di ieri la corte d’apello ha confermato la condanna nei confronti del ragazzo.

Stando a quanto riferito dagli inquirenti, gli abusi sono cominciati nel 2010, quando i fratelli avevano rispettivamente 12 e 18 anni. Gli stupri si sono succeduti fino al 2014, e durante questo arco di tempo i genitori dei ragazzi non si sarebbero mai accorti di quanto stava accadendo.

La ragazzina ha subìto in silenzio per parecchio tempo, prima di trovare la forza di denunciare.

Sono stati gli assistenti sociali, che avevano cominciato ad interessarsi alla famiglia per altre problematiche, ad ascoltare per primi il suo racconto.

Ormai incapace di trattenere ancora quell’atroce segreto dentro di sé, la giovane si era infatti rivolta alle prime persone estranee al nucleo familiare, rivelando una storia a dir poco orribile. Da qui la formale denuncia e l’avvio delle indagini, che hanno portato l’aguzzino in tribunale. Le dichiarazioni della ragazzina, infatti, sono state considerate credibili.

Accusato di violenza sessuale su minore, il fratello della giovane è stato condannato in primo grado a 3 anni ed 8 mesi di reclusione, con l’aggiunta di 150mila euro da versare come risarcimento alla vittima. Una sentenza confermata anche dalla corte d’appello di Trento, che ha tuttavia ridotto il risarcimento a 50mila euro.

Il ragazzo, che si è

sempre professato innocente, dovrà dunque scontare 3 anni ed 8 mesi dietro le sbarre, anche se il suo avvocato ha fatto sapere che non esclude la possibilità di ricorrere alla corte suprema di cassazione.

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