Tumori, l'incredibile scoperta: un nuovo farmaco ferma il cancro al polmone

Presentato uno studio al congresso onclologico di Madrid. I ricercatori: "Durvalumab diminuisce la probabilità di progressione del 48%, con miglioramenti in tutti i sottogruppi di pazienti"

Tumori, l'incredibile scoperta: un nuovo farmaco ferma il cancro al polmone

Uno studio che potrebbe cambiare la storia di molti malati. Molti di quelli cui viene diagnosticato un tumore al polmone allo stadio 3, il più avanzato e letale, non a piccole cellule che non si può più operare.

Sul New England Journal of Medicine, infatti, è stato pubblicata una ricerca che sullo studio Pacific, guidato dal Moffitt Cancer Center di Tampa, in Florida, e che ha richiesto la collaborazione 235 centri medici dislocati in 26 paesi. Un vero e proprio colpo basso al tumore. Un nuovo tassello nella lotta al calcinoma.

Fino a ieri l'unica speranza per chi era affetto da un tumore al polmone al terzo stadio era quella di affidarsi alla chemioterapia o alla radioterapia. Solo che la speranza di vita era molto bassa, nella maggioranza dei casi (75%) inferiore ai 5 anni dalla data di diagnosi.

Come scrive Repubblica, "per la prima volta in questa malattia è stato testato il farmaco immunoterapico durvalumab, un inibitore del checkpoint immunitario PD-L1 (ben noto come bersaglio di altre immunoterapie)". Si chiama Durvalumab.

La sperimentazione su malati di tumore al polmone ha prodotto dei risultati straordinari. La sopravvivenza libera da progressione della malattia è stata di 16,8 mesi per quei pazienti trattati con il durvalumab, molto di più rispetto al soli 5,6 mesi di quelli trattati solo con placebo. In totale sono stati trattati 713 pazienti con due dicverse tarapie. "Durvalumab diminuisce la probabilità di progressione del 48%, con miglioramenti in tutti i sottogruppi di pazienti", ha detto Luis Paz-Ares dell'Hospital Universitario Doce de Octubre di Madrid.

Secondo i risultati della sperimentazione, l'immunoterapia risulta ancor più efficace se accompagnata con una cura di radioterapia. E le controindicazioni sono nei limiti (considerando che chi si affida a questa cura non ha altra strada se non attendere la morte). Alcune complicazioni si sono verificate nel 68% dei pazienti nel gruppo trattato con durvalumab e nel 53% nel gruppo del placebo.

Per cantare vittorio bisogna però attendere i dati sulla sopravvivenza di chi ha acquisito il Durvalumab. Ma le scoperte sono già imporanti: il farmaco, infatti, potrebbe anche aiutare a distruggere alcune metastasi del tumore, troppo piccole e diffuse per essere trovate durante una diagnosi.

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