"Vi rubo la pistola e vi sparo". Calci e pugni del tunisino in Questura

Un 18enne tunisino, fermato dopo una rapina e condotto in Questura, ha minacciato di morte gli agenti e danneggiato gli uffici con calci e pugni

"Vi rubo la pistola e vi sparo". Calci e pugni del tunisino in Questura

"Vi rubo le pistole e vi sparo come a Trieste!". Sono le frasi minatorie urlate agli agenti della Questura di Mestre, in provincia di Venezia, da un 18enne tunisino fermato dopo aver commesso una rapina.

Follia allo stato puro. E come se non bastasse, con un copione (triste) già visto e rivisto decine di volte in questi mesi. Così, lo straniero ha dato completamente in escandescenze millantando un becero tentativo di emulazione del suo "collega" criminale, Alejandro Augusto Stephan Meran che, il 4 ottobre 2019, si era reso protagonista della "sparatoria di Trieste" uccidendo i due agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demengo dopo aver sottratto loro la pistola d'ordinanza.

Tutto è cominciato quando, nella giornata di mercoledì 20 novembre, un ragazzo di soli 16 anni si è precipitato negli uffici della Stazione della Polizia Ferroviaria di Mestre e, tra le lacrime, ha raccontato agli agenti di aver subito una rapina in cui gli era stata sottratta una banconota da 20 euro. Ma non è tutto. L'aggressore, presumibilmente uno straniero in compagnia di una giovanissima, lo avrebbe minacciato di "tagliargli la gola" – riferisce il quotidiano Leggo – salvo poi malmenarlo con pugni e calci a tutta randa prima di darsela a gambe levate.

A seguito dell'identikit fornito dalla vittima, una pattuglia si è immediatamente attivata nelle ricerche del malvivente: un ragazzo giovane, forse un tunisino. Il rapinatore è stato intercettato in breve tempo dalla volante mentre tentava di darsi alla fuga nei pressi della stazione ferroviaria provando a far disperdere le tracce di sé mescolandosi alla folla dei pendolari. Tuttavia, gli agenti sono riusciti a bloccarlo e condurlo negli uffici della Polfer per gli accertamenti di rito. Ma, neanche a dirlo, che il 18enne ha dato di matto.

Accompagnato nelle stanze della Polizia Ferroviaria, il rapinatore ha mostrato fin da subito segni di insofferenza tentando, più volte, di scappare via. Poi, dopo pochi istanti, ha perso definitivamente il controllo danneggiando un porta della sala d'attesa a suon di calci e distruggendo buona parte degli arredi con i pugni. Date le circostanze, si è ritenuto necessario il trasferimento in Questura dove è stato trattenuto in camera di sicurezza. Vattelapesca. Il tunisino ha perseverato con la condotta violenta salvo poi inferire contro gli agenti con minacce e intimidazioni di ogni genere: "Vi rubo la pistola e faccio come a Trieste", avrebbe urlato come un indemoniato mentre si procurava lesioni sul corpo con oggetti di fortuna.

Nella giornata di ieri, lo straniero – già con precedenti per furto - è stato processato con rito direttissimo e, per i reati a vario titolo di rapina, resistenza e lesioni, è stato condannato a due anni di reclusione con

obbligo di firma. La ragazza che era in sua compagnia, invece, è stata identificata come una 12enne residente a Padova, incensurata. La giovanissima è stata riaffidata alla famiglia e rimessa alla responsabilità genitoriale.

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