Ion aveva 19 anni quando è stato ucciso dal patrigno con un coltello da cucina. Il giovane si era opposto all'uomo nel tentativo di sedare l'ennesima lite tra lui e la moglie. È successo a Remanzacco, in provincia di Udine, la notte del 26 novembre 2013. Andrei Talpis, 57 anni, originario della Moldavia, era stato condannato in appello all'ergastolo per l'omicidio del figlio adottivo. Ora, la Cassazione ha annullato la sentenza.
Ion era figlio adottivo, quindi con Talpis non esisteva un rapporto di consanguineità. Come riporta il Messaggero Veneto, questo basta a escludere l’aggravante speciale che, proprio in virtù dell’esistenza di una discendenza tra la vittima e il suo carnefice, in caso di omicidio prevede la pena del carcere a vita. "Sentenza annullata senza rinvio - hanno dichiarato i giudici -. E trasmissione degli atti alla Corte d’assise d’appello di Venezia per la quantificazione della pena", che non dovrà comunque scendere sotto i 16 anni di reclusione.
L'assenza del legame di sangue tra i due elimina quindi per i giudici della Cassazione l'aggravante che aveva portato alla condanna dell'ergastolo. Tutto ora dipenderà dalla nuova giuria.
I fatti
Talpis quella notte di novembre era rincasato ubriaco e aveva aggredito la moglie Elisaveta, sua coetanea e connazionale. Ion aveva cercato di proteggere la madre adottiva dalla furia del marito, ma l'uomo lo ha colpito mortalmente con un coltello da cucina. La donna, invece, è rimasta gravemente ferita.
Lo scorso marzo, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sanzionato l'Italia per questo episodio di violenza, obbligando il Paese a pagare alla donna 30 mila euro per non averla protetta dal marito.
Tapis maltrattava spesso la moglie ma, nonostante le numerose segnalazioni, nessuno aveva provveduto a tutelarla in modo adeguato. La donna "ha appreso la notizia con grande sgomento – hanno riferito i legali di Elisaveta –. Ha paura ed è convinta che, una volta fuori, Talpis tornerà a farle del male".
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