Cronache

Vibo Valentia, rifiuti tossici: sequestrata area da 100mila metri quadri

100mila metri quadri sottoposti a sequestro: Arpacal ha rilevato la preoccupante presenza di materiale radioattivo. Al momento le indagini per inquinamento ambientale e discarica abusiva sono contro ignoti: il sospetto è che la gestione dei rifiuti, alla base della quale vi sono certamente degli interessi economici, sia ancora attiva

Vibo Valentia, rifiuti tossici: sequestrata area da 100mila metri quadri

Inquinamento ambientale e discarica abusiva, sono questi i reati sui quali stanno conducendo le indagini gli inquirenti su richiesta dei magistrati, dopo il sequestro dell'area industriale dove un tempo aveva sede la Compagnia generale resine del Sud (C.g.r.) di Vibo Valentia, che aveva dismesso le proprie attività a partire dal gennaio del 2009.

Ad occuparsi di gestire il problema i carabinieri della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Vibo Valentia e una squadra specializzata dei vigili del fuoco, incaricati dal sostituto procuratore Filomena Aliberti e dal procuratore Camillo Falvo.

Un'area estesa per oltre 100mila metri quadri che sorge nella zona industriale in località Porto Salvo e nella quale aveva sede la ex C.g.r., società dedita alla produzione ed alla lavorazione di resine sintetiche oltre che alla costruzione di impianti per l'industria chimica. Una misura cautelare, quella del sequestro, che nasce da un'indagine avviata a seguito della segnalazione da parte dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura di Vibo Valentia.

Sono stati individuati sette manufatti definiti "pericolanti ed in totale stato di abbandono e fatiscenza", così come la"degradata area circostante, infestata da folta vegetazione e presenza di svariati cumuli di rifiuti speciali di natura eterogenea", denuncia il procuratore, come riportato da "Il Vibonese". Un accumulo di materiali eterogenei ritenuti di grande pericolo ed impatto ambientale, come detriti derivanti da demolizioni, pannelli di eternit in disuso, pneumatici dismessi e usurati, residui ferrosi.

Una preoccupazione che si estende anche a ciò che è stato rinvenuto all'interno di alcuni dei capannoni presenti nella zona. Nel più grande tra questi "è stata riscontrata la presenza di numerose ecoballe (rifiuti compattati verosimilmente di origine urbana) e di altri cumuli di rifiuti di ardua classificazione, anche a causa del fatto che sono stati interessati di recente da un incendio", si legge nella denuncia. Il sentore è quello che si possa trattare di una "gestione illecita di tali materiali, avvenuta in tempi non troppo remoti e/o ancora in atto, aspetti tutti da approfondire".

Ad aggravare ulteriormente la situazione il fatto che i tecnici di Arpacal (l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) abbiano rilevato la presenza di materiale altamente radioattivo nell'area posta sotto sequestro. "Le rivelazioni radiometriche di tipo campale presentano un sito in cui il livello di radioattività medio è in sintonia con il fondo radioattivo del territorio vibonese ad un metro di altezza dal suolo, tranne che in una zona definita come area calda, dal punto di vista radiologico", specificano in un comunicato gli esperti delle sezioni di Vibo Valentia e Catanzaro. "Nel sito è stata individuata una zona calda in cui dall’analisi spettrale risulta la presenza di radio 226 (226Ra) con un’attività importante su una superficie di circa 30 metri quadrati".

Una situazione definita allarmante dai tecnici, e sulla quale sono ancora in corso ulteriori accertamenti, in programma anche nei prossimi giorni.

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