Yara, la lettera di Bossetti dopo la condanna: "Sono un peso per tutti"

La lettera di Massimo Bossetti dopo la sentenza di condanna all'ergastolo: "Mi chiedo ora che valori abbia ancora la mia vita, se non mi viene concessa nessuna possibilità nel difendermi"

Yara, la lettera di Bossetti dopo la condanna: "Sono un peso per tutti"

Una notte passata insonne, con la penna in mano e nelle orecchie l'eco della sentenza che lo ha condannato (di nuovo) all'ergastolo. Massimo Bossetti nella notte immediatamente alla decisione del tribunale di Brescia ha scritto una lunga lettera. Non ad amici e parenti. Questa volta si rivolge a sé stesso e a tutto il mondo oltre le sbarre della cella.

Una pagina e mezza in penna blu, riportate oggi dal Corriere. In aula si era già lasciato andare alle lacrime, urlando la sua innocenza e accusando i giudici di aver commesso un "clamoroso errore" giudiziario. Le toghe hanno deciso che la prova del Dna, per quanto controversa, era sufficiente ad incastrarlo. Ora bisognerà attendere 30 giorni per leggere le motivazioni della condanna. Ma intanto Bossetti non si dà pace e scrive la sua innocenza: convinto nel dire che non è lui l'assassino di Yara Gambirasio.

"Sono profondamente deluso, sconfortato, distrutto dal dolore, stanco nel farmi capire e non essere per niente capito, né ascoltato per come realmente sono - si legge nella lettera - Soffro, vedere attraverso gli occhi di mia moglie, i miei figli, mia mamma, mia sorella, troppa sofferenza ingiusta". Bossetti si sente "un peso per tutti quanti. Mi chiedo ora che valori abbia ancora la mia vita, se non mi viene concessa nessuna possibilità nel difendermi".

La Corte infatti ha negato alla difesa di ripetere il test del Dna sulle tracce biologiche trovate sugli slip della vittima. "Vorrei ripoter credere ancora nella 'giustizia' - scrive Bossetti - ma dopo tutto quello che sto vivendo, nella maniera più disumana possibile, ho seri dubbi nel ripensarlo…".

Ma non molla. Bossetti vuole continuare a gridare la sua innocenza. "Non demordo e per niente desisto — si legge nella lettera —, primo perché ormai la mia innocenza è diventata una ragione di vita e secondo, vivo per l’amore della mia famiglia".

Al Corriere ha rilasciato alcune dichiarazioni anche l'avvocato di Bossetti. "Così provato non l’ho mai visto — ha spiegato dopo averlo incontrato in carcere —.

Dice: “come spiego ai miei figli che sono stato condannato all’ergastolo per la seconda volta?” È disperato, non si capacita della perizia sul Dna negata. Dice anche: “Se poi esce che sono io, anche se non è possibile, che buttino la chiave ma almeno me l’hanno fatta fare”".

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