Yara, la sorella di Bossetti: "Ecco perché mi hanno aggredita"

Laura Bossetti ha denunciato di aver subito cinque aggressioni con minacce di morte tra l'agosto 2014 e il febbraio di quest'anno. Ma i carabinieri che hanno indagato su questi episodi appaiono molto scettici

Yara, la sorella di Bossetti: "Ecco perché mi hanno aggredita"

"Mio fratello è innocente, non ha ucciso Yara, gli assassini di quella povera ragazza sono liberi, ma vivono nel terrore di chi si batte per dimostrare l'innocenza di mio fratello: aggredendomi e minacciandomi mi stanno facendo capire che devo stare zitta". A riferirlo è Laura Bossetti, la sorella gemella dell'unico indagato per l'assassinio di Yara Gambirasio, Massimo, in un'intervista al settimanale Oggi.


Laura Bossetti ha denunciato di aver subito cinque aggressioni con minacce di morte tra l'agosto 2014 e il febbraio di quest'anno. Ma i carabinieri che hanno indagato su questi episodi appaiono molto scettici. "Ho inventato tutto? - ha detto Laura Bossetti a 'Oggi' - Ho inventato anche tre costole rotte, un occhio gonfio e tre costole incrinate? Questo è l'ultimo referto dell'ospedale. L'aggressione di lunedì 23 febbraio alle 13, nell'androne di ingresso del condominio ha lasciato segni pesanti". In fondo alle scale si è trovata di fronte due individui con il cappuccio calato sul volto. "Uno di loro mi ha impedito di chiedere aiuto mettendomi una mano sulla bocca - racconta -. Poi mi hanno trascinata verso l'ascensore e hanno cominciato a colpirmi senza dire una parola. Sono svenuta. Non ricordo più nulla. È stata mia madre, vedendo che non tornavo a casa, a soccorrermi. Mi avevano semispogliata togliendomi anche le calze. Non riuscivo a respirare. Fitte dolorose al costato. Tre costole rotte, tre incrinate e la pupilla dell'occhio destro dilatata. Evidentemente mi avevano colpito con calci e pugni. Mi è andata bene. Potevano uccidermi". "Massimo lo hanno incastrato - ha detto ancora Laura Bossetti a 'Oggi' -. E adesso deve diventare il mostro perfetto da dare in pasto alla giustizia. E no, non ci riusciranno. Io, mia madre e mio padre ci batteremo fino all'ultimo perché siamo sicuri che non è un assassino". Claudio Salvagni, l'avvocato difensore di Massimo Bossetti, avanza l'ipotesi della legittima suspicione. "Il clima a Bergamo è diventato ostile, farò di tutto perché il processo si celebri fuori dalla Lombardia - dice a 'Oggi' -.

È alto il rischio che i giudici, soprattutto quelli popolari, siano condizionati da una pressione mediatica enorme. Troppe notizie a orologeria. Il fascicolo dell'inchiesta l'hanno avuto prima i mass media del difensore dell'imputato. Non si sono scusati, mi hanno detto solo che c'era stato un intoppo".

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