Cronache

"Quando ho dato il passaporto...". Zaki sorride e aspetta il processo

Ospite in diretta da Fazio, Patrick Zaki non riesce a nascondere l'emozione, e ringrazia tutti gli italiani: "Mi sento davvero bolognese, e non vedo l'ora di tornare in Italia. La mia esperienza? Spero non capiti a nessuno"

"Quando ho dato il passaporto...". Zaki sorride e aspetta il processo

Provato ma felice di essere stato finalmente rilasciato, è così che appare Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna liberato dopo 22 mesi di carcere in Egitto, durante la trasmissione Che tempo che fa.

Ospite da Fabio Fazio, il giovane non è riuscito a nascondere la propria emozione, ed ha confessato di non vedere l'ora di poter tornare nella sua amata Bologna. Accolto dagli applausi dello studio televisivo, Zaki, liberato da pochissimi giorni dal carcere di Mansoura, ha spiegato di avere ancora difficoltà a credere di stare vivendo la realtà. "Mi sembra di essere in un sogno, quando sono stato in grado di guardare la strada, uscire dalla stazione, quando mi hanno tolto le manette... ero molto confuso", ha raccontato. "Quando siamo saliti in macchina mi sono detto: 'Ma cosa sta succedendo? Ma davvero mi hanno lasciato libero?'". Poi i ringraziamenti sinceri: "Ringrazio tutta l'Italia se sono a casa. Quando mi hanno liberato è stata una emozione incredibile, non capivo cosa mi stesse succedendo. Non ci credo ancora. È una esperienza incredibile".

Sono stati 22 mesi durissimi per il giovane che, in collegamento dalla sua casa in Egitto, ha ripensato a come è cominciato l'incubo, quel 7 febbraio del 2020. Zaki aveva raggiunto il Cairo insieme ai propri genitori, per fare una vacanza, poi quel controllo dal quale era partito tutto: "Mi hanno controllato il passaporto, è iniziato tutto così". Interrogato, torturato, e poi condotto in prigione secondo un mandato di cattura risalente al 2019. Pesanti le accuse: istigazione alla violenza, alle proteste ed al terrorismo.

"Sono onorato di essere qui", ha dichiarato il giovane durante la trasmissione. "Per il momento non ho nessun divieto di viaggiare, spero di poter venire in Italia, a Bologna al più presto. Voglio esserci domani", ha aggiunto. "Sono stato tagliato fuori da tutto in questi 22 mesi, il momento più terribile è stato quando mi hanno detto di aspettare al controllo passaporti. È stato uno dei momenti più terribili, spero che non capiti a nessuno", ha proseguito. "Fino a poche ore prima che mi rilasciassero era preoccupato, poi mi sono ritrovato fuori, è stata un'emozione incredibile, ancora adesso non ci credo".

Zaki ha raccontato che, una volta tornato al sicuro fra le mura della propria casa, ha sentito il bisogno impellente di farsi una doccia calda. Questo sarebbe stato il primo gesto fatto da uomo libero. Per quanto riguarda il futuro, specie in merito alla prossima udienza, il giovane ha affermato di sperare per il meglio e di tenere le dita incrociate. Una cosa è sicura: "Ho sempre creduto nella mia innocenza. La cosa che mi ha permesso di andare avanti è stato cercare di sfruttare tutto a mio favore".

Dopo aver espresso tutta la propria gratitudine nei confronti della famiglia e di tutti gli italiani ("l'amore della mia famiglia e degli italiani mi ha permesso di andare avanti"), Zaki ha avuto un pensiero per la senatrice Liliana Segre: "Per me è davvero un grandissimo onore essere citato da una persona come Liliana Segre, che ha una visione incredibile. Avrò il grandissimo piacere, se potrò, di incontrarla. È stata di grande ispirazione".

Ora che l'incubo si è allontanato, il giovane pensa nuovamente al futuro: un futuro fatto di studio, master, e la sua Bologna. "Mi sento davvero bolognese e voglio sentire il calore meraviglioso di quella gente", ha spiegato, confidando di avere tanta voglia di tornare allo stadio, a vedere una partita di calcio della squadra locale.

"Dopo due anni, sarà un Natale meraviglioso", ha dichiarato.

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