Cultura e società

Ancora follia sul David di Michelangelo: la Scozia censura la pubblicità

Uno spot di un ristorante che doveva ritrarre il David di Michelangelo è stata "censurato" dall'agenzia che si occupa di raccogliere il materiale pubblicitario per la metro di Glasgow

Ancora follia sul David di Michelangelo: la Scozia censura la pubblicità

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Dopo il caso scoppiato in Florida, dove una preside è stata costretta a dimettersi dopo che la statua del David era stata mostrata agli alunni di prima media, ora anche in Scozia il capolavoro realizzato da Michelangelo Buonarroti agli inizi del 1500 diventa oggetto di dibattito e di censura. La vicenda vede protatagonista il ristorante italiano "Barolo" di Glasgow, il quale aveva realizzato una pubblicità dove si vede la statua del David di Michelangelo mangiare una pizza: chi meglio del David per rappresentare il cibo e le eccellenza culinarie del nostro Paese? La scena, tuttavia, è stata evidentemente giudicata troppo osé per l'azienda scozzese Global, che si occupa di raccogliere il materiale pubblicitario per la metropolitana della capitale, che ha così respinto al mittente lo spot. Il ristorante racconta di aver proposto a quel punto di coprire i genitali con una bandiera italiana, ma anche quest'opzione è stata rigettata perché la bandiera era troppo piccola. La versione approvata e finita infine sui mezzi pubblici di Glasgow raffigura il David di Michelangelo dalla vita in su. Insomma, anche uno dei monumenti più celebri e fotografati di tutto il mondo, in questa fase storica di follemente corretto - come lo definisce lo studioso Luca Ricolfi - riesce a finire nel mirino della censura poiché potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno. Una statua del 1500, ammirata e conosciuta in tutto il mondo.

Polemica in Scozia

Sulla - grottesca e paradossale - polemica interviene Mario Gizzi, direttore del gruppo gestisce Barolo e molti altri locali. "Si tratta di un'opera d'arte riconosciuta a livello mondiale. Viene insegnata nelle scuole. Persone provenienti da tutto il mondo viaggiano per vederla", ha detto a Euronews. Ha poi aggiunto: "Non è più il 1500, è il 2023. Stiamo davvero dicendo che la gente di Glasgow non sopporta di vedere una statua nuda?". Il punto è proprio questo: il politicamente corretto rappresenta una forma estrema e radicale di moralismo e perbenismo, che va oltre ogni possibile immaginazione. Ciò che sembra innocuo, agli occhi dei crociati della correttezza politica e della nuova morale puritana, non lo è più. C'è sempre qualcuno o qualche minoranza che potrebbe sentirsi offesa. Ma qual è stata la motivazione adottata dall'agenzia Global per rifiutare una pubblicità di questo tipo? Banalmente, la statua è "nuda", e dunque non andrebbe bene per i mezzi pubblici. "Siamo rimasti in qualche modo perplessi nel ricevere un'e-mail da Global che confermava che il nostro annuncio non poteva essere utilizzatoin quanto è arte ma contiene nudità e potrebbe non essere adatta". In realtà, come confermato anche dall'Advertising Standards Agency, l'ente del Regno Unito che controlla e fissa le regola per la pubblicità, non esiste alcuna una regola specifica che proibisca la nudità negli spot. Certo, non è tollerata la pornografia, ma non è decisamente questo il caso.

Il caso in Florida

Nelle scorse settimane il David di Michelangelo è stato al centro di una polemica scoppiata negli Stati Uniti, in Florida, dove Hope Carrasquilla, preside della Tallahassee Classical School, è stata costretta alle dimissioni dal consiglio scolastico quando tre genitori si sono lamentati del fatto che la statua è stata mostrata in classe. Come spiega Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell'Accademia di Firenze, al centro di queste - grottesce - polemiche c'è una profonda ignoranza: "Come direttrice di uno dei musei più importanti del mondo, sono sorpresa dall'ignoranza che sembra essere al centro di ciò che è accaduto in Florida" ha spiegato a The Art Newspaper. "Una madre pensava che il David fosse pornografico. E mi rendo conto che tutti dicano: come è possibile pensarlo" ha dichiarato la preside in un'intervista al Corriere della Sera, nelle scorse settimane. Permane negli Usa, dunque, un clima dogmatico e censorio animato dalla cancel culture e dalle guerre culturali che sembrano non avere fine né logica. Perché, come scrive Luigi Mascheroni su Il Giornale, l'America tutta: quella profonda della Bibbia e delle armi e quella ultra liberal e ultra fluida del Nord - è in preda a un'ossessione.

Una paranoia ideologica.

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