Storia d'assalto

Quella data "sconosciuta" che ha cambiato l'America

La guerra civile americana vista dalle due barricate. Il 3 giugno 1863, il generale Lee dava il via alla campagna di Gettysburg. Sull'altro fronte, a Vicksburg, un tenente nordista scriveva alla moglie

3 giugno, quella data "sconosciuta" che ha cambiato l'America

Il 3 giugno del 1863, l'America non sapeva ancora che il suo destino si sarebbe deciso nel giro di un mese a Gettysburg. La guerra civile insanguinava il territorio nordamericano mietendo migliaia di vittime tra i soldati e tra i civili. Ma nessuno poteva immaginare che proprio in quel giorno d'estate il fato aveva deciso di tessere la sua trama. Confederati e unionisti combattevano faccia a faccia su diversi fronti e il sangue bagnava di rosso i campi e i fiumi di un'America che non sarebbe stata più la stessa. E i soldati, così come i generali, proprio quel 3 giugno, si domandavano quando sarebbe finita quella immane guerra civile che stava per mettere la parola fine al sogno degli Stati Uniti.

Il 3 giugno 1863, il generale Robert Edward Lee era pronto a colpire. Un mese prima, l'Armata Confederata della Virginia Settentrionale aveva ottenuta una vittoria insperata e per certi versi miracolosa nella battaglia di Chancellorsville. E dopo un mese in cui rifletteva su come assestare un colpo fatale agli unionisti, decise di muovere i suoi uomini in quel giorno di giugno nella speranza di assediare le grandi città del Nord e raggiungere anche Washington, dando una lezione morale che avrebbe portato i nemici alla resa.

Lee sapeva che il suo esercito era allo stremo, anche se era convinto che i suoi uomini avrebbero distrutto gli avversari unionisti semplicemente facendo affidamento sulla propria forza di volontà. I giornali yankee - così i sudisti chiamavano i nordisti - parlavano di una popolazione stanca e ormai pronta a chiedere alle autorità di firmare un trattato di pace. E questo convinceva ogni giorno di più il generale nella buona riuscita della sua campagna militare. Dopo Chancellorsville, tutto appariva possibile. E Lee, più convinto anche degli stessi leader confederati, aveva la sensazione che l'ordine di lasciare Fredericksburg, in Virginia, per marciare verso nord sarebbe valso la vittoria finale. Decine di migliaia di uomini iniziarono a marciare insieme ai loro fucili, ai cannoni e ai cavalli. La terra della Virginia rimbombava sotto le scarpe dei soldati. E le ruote dei cannoni tracciavano solchi sul terreno come aratri nei campi. Paura e ambizione inondavano il cuore di ogni ragazzo. Chi era in prima linea sapeva che il rischio di morte era elevatissimo e non c'era modo di evitarlo se non fuggendo o sparando per primi. La morte non era una possibilità remota, ma un terrificante dato statistico che ogni ragazzo teneva bene in mente quando riceveva l'ordine di mettersi in marcia in attesa che prima o poi sarebbe arrivato l'incontro con le file di fucilieri degli unionisti.

Ma i sogni di Lee e dei confederati non facevano i conti con una realtà che era molto più sfaccettata. L'armata della Virginia era stremata e senza rifornimenti. Ma se sul fronte orientale sembrava possibile la vittoria, a ovest, nel Mississippi le cose non si erano messe affatto bene. E i soldati unionisti che assediavano Vicksburg lo sapevano bene. Adoniram Judson Withrow era primo tenente della compagnia C del 25 ° reggimento di fanteria dell'Iowa. Era partito da Salem per unirsi all'esercito degli Stati Uniti e aveva lasciato nella sua città la seconda moglie Libertatia America Arnold, che lui chiamava "Lib".

Withrow scriveva a sua moglie appena poteva, e sia lei che il marito iniziavano a capire che il vento stava cambiando. Se nelle città della East Coast temevano che Lee avrebbe raggiunto i suoi obiettivi, a Vicksburg le cose andavano in maniera diversa. E mentre il generale sudista dava l'ordine di marciare verso nord, inconsapevole della tragedia che incombeva sui suoi uomini a Gettysburg, Adoniram Judson Withrow scriveva queste parole in una lettera che è arrivata fino ai giorni nostri: "La tua lettera affermava che avevi appena ricevuto la notizia della cattura di Vicksburg e che ne eri contenta. Vorrei che fosse vero... anche se in un certo senso lo è, perché li abbiamo completamente rinchiusi, ed è solo questione di tempo perché per loro è impossibile uscirne". E il tenente raccontava di come ormai i nemici fossero ridotti alla fame e che "i disertori entrano ogni notte e danno un resoconto tremendo delle condizioni della città".

Withrow non poteva immaginarlo, ma quella battaglia che stava per concludersi, il lungo assedio di Vicksburg, avrebbe significato la seconda grande sconfitta strategica dei confederati e l'inizio della fine per tutto l'esercito del Sud. Sbaragliati a Gettysburg, gli uomini della Virginia non poterono fare altro che ripiegare provando a respingere le numerose incursioni degli unionisti. Mentre nel Mississippi, una volta presa Vicksburg, i sudisti sarebbero stati praticamente tagliati fuori dal più grande corso d'acqua del Nord America e divisi da quel fiume che Abraham Lincoln ebbe a definire il grande "Padre delle Acque" che tornava a essere visto nel Golfo del Messico.

Il 3 giugno del 1863 Lee ordinava di avanzare e Adoniram Judson Withrow scriveva una lettera entrata nella storia degli Stati Uniti. In quello stesso giorno entrambi pensavano di vincere, chi dava ordini, chi scriveva alla moglie, chi preparava i piani di attacco e chi pensava di eseguirli o di come sarebbe stato il rancio. Nessuno però sapeva che quella data avrebbe significato così tanto nella storia del loro popolo. E che entrambi, su fronti opposti e senza mai essere visti, avrebbero scritto in quella data una qualche frase che sarebbe rimasta per sempre scolpita nella memoria dell'America.

Chi per parlare con la sua "carissima Lib", chi per dare il via al suono dei tamburi che ordinava l'avanzata.

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