
Il primo elicottero d'attacco della storia, prima dell'avvento degli degli Apache, degli Hind sovietici, e del mitico Mangusta italiano, è stato il Bell Ah-1 Cobra. Mezzo sviluppato espressamente per fornire supporto aereo ravvicinato e condurre attacchi al suolo, entrò in azione proprio durante la Guerra del Vietnam. Un conflitto difficile e complesso per un esercito convenzionale come quello statunitense, che si trovò a fare i conti con le straordinarie tattiche di guerriglia messe a punto dai Viet Cong, che sapevano bene come sorprendere l'avversario, sfruttando a loro vantaggio la conoscenza del territorio e, in particolare, quella della giungla più impenetrabile.
In questo difficile campo di battaglia gli elicotteri divennero, più dei carri armati e degli aerei da combattimento, un elemento indispensabile per il supporto ravvicinato delle operazioni terrestri; e fianco degli utility helicopter come l'Uh-1 Huey, da cui derivava, fece il suo debutto nel 1968 anche il "Cobra". Protagonista ad ala rotante di alcune delle più temerarie azioni di guerra che si consumarono nel Vietnam del Sud.
Una pattuglia spacciata
Era proprio una sera del giugno 1968, quando un team di ricognizione a lungo raggio si era spinto tanto vicino a un villaggio controllato dal nordvietnamiti per monitorare l'attività nemica, da ritrovatasi completamente circondato da forze soverchianti in numero.
La pattuglia, composta da quattro uomini tutti appartenenti ai Ranger e denominata in codice "Wildcat 2", era in missione da quasi due giorni, e dopo essere stata individuata in una risaia che, secondo il racconto dei presenti, era più grande di uno stadio da football circondato dalla folta vegetazione, si era trovata accerchiata da una forza complessiva che sarebbe stata stimata ad almeno 100 uomini. Così, in una notte senza luna, i quattro ranger, protetti solo dall'oscurità, si affrettarono a richiedere un'estrazione immediata via radio, poiché individuati e braccati.
I primi ad arrivare sul posto sarebbero stati due elicotteri d'attacco Ah-1, per il supporto aereo ravvicinato. Una volta alleggerita la pressione su Wildcat 2, i ranger avrebbero ripiegato in una radura sicura e gli Huey sarebbero venuti a prenderli. Ma in guerra nulla va mai come dovrebbe andare.
Un atto di coraggio da ricordare
A decollare dalla base di Phu Loi, era stato il tenente Larry L. Taylor, comandante della formazione, con un gregario. All'epoca ventiseienne, Taylor era ai comandi del suo Ah-1G Cobra appartenente al 4° Reggimento di cavalleria aerea, mentre davanti al lui, nella seconda posizione in "tandem" dell'abitacolo dell'elicottero biposto, era il copilota addetto agli armamenti James Ratliff.
"Era buio pesto, niente luna, niente stelle, nessuna luce oltre il chiarore dei comandi nella cabina di pilotaggio", raccontò Taylor. E non appena fu arrivarono al punto di contatto, appena a nord-est di Saigon, un sussurro sibilò via radio: "Siamo circondati". Ciò nonostante Taylor chiese a quattro ranger di segnalare la loro posizione con dei razzi di segnalazione. Scatenando una pioggia di fuoco da tutte le direzioni.
Dopo una serie di attacchi a bassa quota per sopprimere il nemico. Sia il Cobra di Taylor che quello del suo gregario terminarono i 76 razzi caricati sui 4 piloni alari, e buona parte degli oltre 1.200 colpi nelle loro mini-gun montate sulla torretta sotto il muso. Gli attacchi erano stati portati a una quota bassissima, fino a 15 metri, ma nordvietnamiti non demorsero. Per i ranger di Wildcat 2 si stava mettendo davvero male. Il sergente Dave Hill, retroguardia del team di ricognitori, ricorderà "Eravamo rimasti senza munizioni", "Avevamo i nostri coltelli Ka-Bar, e questo era tutto”.
Entrambi i Cobra erano praticamente rimasti senza munizioni e senza carburante quando Taylor, comunicata la situazione ricevuta la notizie piano per salvare i soldati con un elicottero Uh-1 Huey era stato "annullato" perché ritenuto troppo pericoloso l'equipaggio, decise di tentare l'impensabile:"..un'impresa che non era mai stata compiuta né tentata".
Prima volò basso ancora più basso sopra la posizione della pattuglia, per attirare il fuoco nemico e valutare possibili punti di estrazione, poi ordinò al suo gregario di terminare tutte le munizioni sparando verso il fianco orientale, mentre lui avrebbe fatto lo stesso verso il fianco opposto, prima di toccare terra.
Un'estrazione temeraria diventata manovra da manuale
Taylor contattò la squadra di ranger via radio, ordinandogli di muovere per circa 100 iarde verso una posizione dove avrebbe potuto tentare un atterraggio. Se volevano avere salva la vita, i quattro ricognitori dovevano "aggrapparsi" ai pattini (la parte inferiore su cui si posano gli elicotteri privi di carrello) con tutta la forza che gli era rimasta, e lui li avrebbe portati fuori da lì.
Sotto il fuoco nemico l'Ah-1 Cobra di Taylor si posò a terra, due ranger si aggrapparono ai pattini, due si misero a cavalcioni sulle razziere, bilanciando addirittura il peso. Solo pochi istanti dopo Taylor si stava portando a spasso i quattro ricognitori in mimetica tiger stripe a cui quella notte, contravvenendo ogni procedura e ogni ordine, aveva reso salva la vita. Volando contro venti di 50 nodi a pelo degli alberi. Non appena trovò un punto sicuro, si posò di nuovo, lasciandoli al loro destino. Tre di loro non lo rividero mai più.
Oggi, le forze speciali o gli equipaggi abbattuti che devono essere esfiltrati da una zona particolarmente ostile, vengono portati via attraverso una procedura standard che si ispira proprio all'azione svolta da Taylor. Questo accade con gli Ah-64 Apache, come con i nostri mitici AW 129 Mangusta.
I piloti di Cobra sono "tutti un po' strani"
Laureato all'Università del Tennessee, Larry Taylor si era arruolato nel 1966. Qualificandosi come aviatore dell'Us Army un anno dopo. In Vietnam aveva prestato servizio come pilota di Huey e di Cobra, dall'agosto 1967 all'agosto 1968. Prese parte a più di 2.000 missioni di combattimento, era stato attaccato oltre 300 volte da fuoco nemico ed era stato abbattuto cinque volte. Sempre recuperato.
Nel 2023, quando aveva ormai compiuto 80 anni di vita, venne insignito della Medaglia d'onore del Congresso, il più alto riconoscimento per il valore e il coraggio dimostrati sul campo dall'Esercito degli Stati Uniti. Si era congedato mezzo secolo prima con il grado di capitano. Quando la gente gli domandava cosa lo avesse ha spinto a fare una cosa del genere, rispondeva semplicemente "Beh, era necessario". E quando domandavano se fosse "pazzo" rispondeva: "Beh, i piloti di Cobra sono comunque tutti un po' strani".
Dave Hill fu l'unico sopravvissuto ad assistere alla consegna della Medal of Honor. In quell'occasione, espresse la sua eterna gratitudine per quell'atto di coraggio, disse ai presenti che la storia del Capitano Larry L.
Taylor dovrebbe essere un "esempio da portare a tutti", anche nella vita di tutti i giorni, ricordando che una simile "storia non finirà mai finché qualcuno la ripeterà”. Larry Taylor è passato a miglior vita, dopo aver combattuto fino alla fine un cancro, nel gennaio del 2024. Noi continueremo a ripetere.