Ecco il dr House della letteratura

Sarcastico, sferzante, appartato: il controverso scrittore francese all’esordio in Italia con "L’uomo liquido"

Sguardo di traverso, metà accigliato metà ironico, capello sinceramente brizzolato, sopracciglio folto: il fatto che nelle pose fotografiche «clooneggi» gli sta a pennello. D'altra parte, il ruolo che a Clooney diede la fama in E.R. è tangente alla biografia di Antoine Sénanque, neurologo-scrittore di cui nulla sapevamo, ma del quale, da quando abbiamo avuto tra le mani le vicissitudini di Pal Vadas, «funzionario modello delle poste centrali» protagonista di L'uomo liquido (Barbès, pagg. 192, euro 14, traduzione di Tommaso Gurrieri), ci incuriosisce praticamente tutto. Affatto fuori di metafora, la vita straordinariamente normale dell'antieroe Vadas, che sfocia in un originale caos fisiologico, ha parecchi punti in comune con il carattere bizzarro del suo creatore.
Definito «personaggio scomodo», «isolato volontario», «da sempre al di fuori di tutti i circoli letterari», tenuto a distanza dall'intellighenzia francese e contemporaneamente «scrittore di culto», Sénanque ha forse le idee troppo chiare per farsi amare. Quando gli si fa notare che tutti i suoi romanzi (per Grasset ha pubblicato Blouse, La Grande Garde, L'ami de jeunesse e l'ultimo, ultracontroverso Salut Marie) sembrano divertissement kafkiani sui nostri tempi, risponde per le rime: «La società contemporanea? Per me non è nemmeno un soggetto possibile. O forse non ho la pretesa di ritrarla. Mi piace fare la mia passeggiatina, ecco tutto. Il mondo pullula di persone che scrivono “su” qualcosa. Da pensatori. E allora non sono scrittori. Commentano, analizzano, criticano: sono spettatori. Redigono: sono giornalisti. Allora meglio stare su uno schermo».
Classe 1959, nato a Neuilly sur Seine, Sénanque è stato a lungo «collega» del dottor House prima di decidere di rompere i rapporti con la medicina in modo piuttosto plateale: Blouse, infatti, il suo esordio, dettagliava il percorso di un giovane medico tra inquietanti mandarini d'ospedale. Ed è inutile dire che espettorare senza ritegno in un romanzo di chiara ispirazione autobiografica menzogne, deliri d'onnipotenza e omissioni, diagnosi azzardate e indiscriminato utilizzo degli arsenali terapeutici da parte di baroni e principianti gli è costata l'eterna ostilità della classe medica. Ma accostare Sénanque a Kafka, paradossalmente, non gli rende giustizia. Il suo passo, almeno ne L'uomo liquido, ha piuttosto legami con il Camus de Lo straniero o La peste, con L'uomo scatola o La donna di sabbia di Kobo Abe o con il soldato Woyzeck di Georg Büchner, in cui la contemporaneità non esiste se non come pretesto per sfogare la virulenza di un invincibile germe dell'assurdo.
L'uomo comune Pal Vadas, nell'Ungheria del 1938 è impiegato modello della posta centrale, il genere di impiegato il cui ordine in ufficio è citato a esempio e che, quando gli si chiede di partecipare a una riunione nazista, accetta per il solo fatto che a chiederlo è il suo direttore. L'impiegato Pal Vadas, però, suda. Cosa che come sappiamo nessuno può ordinarci di fare o di non fare. E siccome quando suda i suoi umori sono composti di acqua di mare, ecco che può inondare un quartiere di Pest. Un uomo con un sudore così straordinario può rimanere un uomo comune? Pal Vadas passa attraverso le mani e le menti di un esercito di medici, fino a diventare un gioco scientifico prima - descritto ovviamente con dovizia di particolari squisitamente clinici, grazie ai quali la mitologia dello spirito scientifico perde ancora un po' del suo smalto - e un gioco politico poi, prigioniero a fin di ricerca. Senza rendersene conto: «Il vostro mistero sfida la ragione e la minaccia» dichiara il dottor Zeisler (medico degli impiegati della posta centrale, che a sua volta «Chiedeva una sola cosa alla propria vita: che non fosse eterna»). «Contavo, a questo proposito, di farvi una domanda che vi sembrerà forse ana-cronistica, ma che il carattere straordinario della situazione saprà giustificare. Che cosa pensate del vostro caso? Io so che un medico non dovrebbe fare ricorso ai sentimenti soggettivi del malato, ma quando vi interrogate, qual è la vostra impressione diagnostica su voi stesso? Pal Vadas non si era mai interrogato su se stesso. Aveva deciso da tempo di accordare la propria fiducia al silenzio che lo occupava».
Filosofia, testi spirituali, poesia e fumetti, sono le letture preferite di Sénanque, che quando gli si chiede se sente di appartenere a una scuola o a una corrente letteraria risponde: «Scuole? Non ho affatto l'impressione che esistano scuole o correnti nella letteratura attuale». Se è sarcasmo, è sarcasmo di un tipo particolare: «Lo humour è proprio la capacità di ridere di ciò che non è divertente.

È una forma di attività che consiste nel trasformare le situazioni. Le cose divertenti non richiedono alcuno sforzo, è come starsene buoni a vedere un film: basta succhiare. La mia sensibilità invece va verso ciò che è sinistro, che va resuscitato a braccia nude».

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