Tra grugniti e risucchi passa la voglia di sesso

Le scrittrici inglesi sono davvero fenomenali. Miss Joane Rowling ha scalato le classifiche mondiali con Harry Potter e non poteva certo immaginare, nonostante le magie, che tale miss Erika Leonard, in arte E.L. James, l'avrebbe spodestata con un'opera letteraria, si fa per dire, tutta sesso e sesso e niente altro.
Cinquanta sfumature di grigio sono la metà di Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire ma il risultato e triplice, come la trilogia allestita dall'autrice astuta. Non ci sono più i principi azzurri di una volta, oggi sono grigi, grey che è pure il cognome di uno dei due protagonisti, Christian Grey, amministratore delegato della Grey Enterprises Inc. come usa firmare le email, anche quelle su organi e posture. La partner degli amplessi e affini chiamasi Anastasia Steele, vergine ma non di segno zodiacale.
Tralascio la sostanza del libro che sta esaurendo copie dall'Islanda al Polo sud, le donne ne sono affamate, come miss Steele, gli uomini vi trovano istruzioni per l'uso. Quello che è davvero strepitoso, nello scritto della british Leonard-James, è la lingua, ehm, voglio dire il linguaggio, il frasario paragonabile a certi racconti porno dei favolosi anni Settanta, disegnati nei fumetti, femmine lascive, uomini stradotati, titoli improbabili Sukia, Jacula, Tromba, Lando (chi indovina la prima parte del gerundio?).
Allora era roba da adolescenti rinchiusi nella stanza più piccola dell'abitazione, oggi le Cinquanta sfumature ribadiscono quel vocabolario ma difettano di un dato essenziale: la fotografia o il disegno, perché se miss James volesse, potrebbe allegare, nelle ristampa, un sostanzioso fascicolo tutto dedicato a posizioni, effetti speciali, lingue, chiappe, fellatio (una sola in 548 pagine), cunilingus (un centinaio, nella stessa opera). Le vendite si moltiplicherebbero, oh yes.
Ma vengo al linguaggio e cito, a caso, alcuni passaggi che confermano il filo leggero che lega Jacula, Lando e miss James: «contemplo esasperata la diafana ragazza castana con gli occhi azzurri...» «...mi inoltro nell'immenso, e decisamente imponente, atrio..»; «Grey giovanissimo... e bello, bello da morire... ha una ribelle chioma biondo rame scuro e intensi, luminosi occhi grigi che mi scrutano con attenzione», «... quando le nostre dita si toccano, sento una strana, inebriante scossa. Ritiro subito la mano, imbarazzata. Deve essere l'elettricità statica. Sbatto in fretta le palpebre, a ritmo con il battito del mio cuore...»; «le sue parole sono incendiarie, il mio sangue prende fuoco... si china a baciarmi dolcemente sulle labbra, succhiandomi il labbro inferiore». Segue un migliaio di «Mugolo», di uguale numero «Mormoro», idem come sopra «Aah» e «Wow».
Poi: «...Per favore, Ana, facciamo l'amore», avvio gentile, prima dello tsunami: «Si toglie le Converse e si china a sfilarsi i calzini, uno alla volta...» (gli inglesi lo fanno così, uno alla volta, noi continentali, alla coppia, in un colpo solo); «...si avvicina piano, Oh Ana, sussurra, hai una pelle bellissima, candida e perfetta. Voglio baciarne ogni centimetro...». «Il suo bacio è esigente. Gemendo cerco la sua lingua con la mia. Gli ansimo in bocca. Stento a contenere il sentimento tumultuoso che mi travolge... o sono ormoni?»; «...gli stringo le braccia, tastando i bicipiti. È sorprendentemente muscoloso... Aaah, gemo. Lo sento lì...» (l'avverbio di luogo è sempre scritto in corsivo, mai esplicitato, comunque non serve la nota a margine per intendersi).
Bis: «...Dio mio, gemo. Come posso sentirlo lì?»; «...ricado sul letto mugolando, e sento la sua risatina soffocata Oh, Ana, cosa ti farei...»; «...Sei bellissima, Anastasia Steele. Non vedo l'ora di essere dentro di te», generalità complete, tipo posto di blocco; «...si china su di me e dopo avermi afferrato entrambe le caviglie, mi divarica le gambe in una mossa repentina e si infila nel mezzo. Ora incombe su di me mentre mi dimeno dalla voglia... Sto per fotterti, miss Steele. Senza pietà. E si avventa dentro di me»; «Aaah, grido. Sento un dolore mai provato mentre lui lacera la mia verginità»; «Grugnisce» dunque trattasi di porco. «...I suoi occhi lampeggiano... la sua lingua mi invade la bocca, rivendicandone il possesso e io mi crogiolo nella forza che usa. La mia dea interiore brilla»; «...con un dito abbassa le coppe del reggiseno, facendo schizzare fuori i seni... mi sfugge un gemito sonoro mentre il mio corpo si piega sotto le sue dita esperte. Piagnucolo. Lui alza il sopracciglio mentre si accarezza il membro. Miagolo... Sono un grumo di desiderio»; «Quest'uomo all'inizio mi sembrava un eroe romantico, un ardito cavaliere bianco dall'armatura scintillante, o un cavaliere nero, come dice lui. Invece non è un eroe, è un uomo con gravi, profonde lacune emotive e mi sta trascinando nel buio. Non potrei, invece, essere io, a guidare lui verso la luce?». Ecco la luce, dell'abat jour penso: «Hai ancora il ciclo? No? Bene. Mi sfugge un mugolio»; «Tieni gli occhi sul letto. Immaginati lì sopra, legata e alla mia mercè... Lui esala un grugnito, esplodo, cadendo nel vortice di un intenso, sfrenato orgasmo...

Accidenti, il mio corpo ha fame di lui. Lo voglio già. Sono troppo presa dalla trepidazione...». Finale epico: «Le porte dell'ascensore si chiudono e scendo nel ventre dell'edificio, verso il mio inferno privato».
Trattasi di sfumature.

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