La foto in bianco e nero sbiadita dal tempo è sempre sulla mia scrivania. Il nonno Ezechiele con un fiume di capelli neri tiene in braccio Grazia, mia madre, appena nata. Non ho mai avuto la gioia di conoscerlo. I titini del IX Corpus l’hanno portato via per sempre nei 40 terribili giorni dell’occupazione di Trieste a guerra finita nel 1945. La sua colpa? Essere italiano. Non aveva mai fatto del male ad una mosca e non era neppure andato in guerra per un problema ai polmoni. Per questo non aveva lasciato casa sua, dove i boia con la stella rossa sono andati a prelevarlo. La foto sbiadita del tempo è tutto quello che mi rimane del nonno infoibato chissà dove. Quando mi hanno chiesto di sostenere il gruppo Facebook “Red land - Rosso Istria - la verità storica pro film” ho guardato Ezechiele, come se fosse stato sempre al mio fianco e non ho avuto dubbi.
Il gruppo creato da Pierluigi Crasti e Alessandra Scaglione ha superato i 4mila membri in poco tempo e si batte sui social per promuovere Rosso Istria, il film sulla martire istriana Norma Cossetto. Al gruppo hanno aderito anche Loredana e Diana le seconde cugine della ragazza simbolo violentata e scaraventata in foiba durante il primo assaggio della pulizia etnica di Tito nel 1943. Gli aderenti sono esuli o loro discendenti, che hanno perso dei familiari nella tragedia delle foibe.
Sulla pagina Facebook vengono pubblicate le notizie sul film e sulle iniziative per promuoverlo. Anche quelle negative come la stroncatura di Glas Istre, il giornale croato che si allinea ai “negazionisti” nostrani che trovano spazio solo sui blog di Rifondazione comunista.
Nelle prime due settimane sono stati emessi 10mila biglietti per Rosso Istria in appena 25 cinema a causa della ritrosia culturale e degli interessi economici dei padroni delle sale. Un buon risultato, ma ancora troppo poco. Il boicottaggio strisciante è stato superato in città simbolo come Bologna e nel Sud, dove sembrava impossibile programmarlo, Rosso Istria è uscito a Lecce, Palermo, Foggia.
Grazie alla produzione Venice film e all’interessamento degli esuli e di chi ha a cuore la storia dimenticata di un lembo d’Italia strappato via dalla guerra.In vista del 10 febbraio bisogna continuare a mobilitarsi per far vedere il film in tutta Italia, in più sale possibili e poi pensare alle scuole. Il veicolo dei social funziona. Basta aderire al gruppo Red Land-ROSSO ISTRIA, la Verità storica-pro-film.
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