Quella mattanza di cristiani nella Spagna "democratica"

La persecuzione dei religiosi iniziò ben prima dell'«Alzamiento» di Franco e della guerra civile E fu la vergogna della Seconda repubblica

Quella mattanza di cristiani nella Spagna "democratica"

Una scena del film dell'inglese Ken Loach, Terra e libertà (1995), mostra la complicità del clero spagnolo con il franchismo: un cecchino da un campanile uccide alcuni componenti inglesi delle Brigate internazionali durante la guerra civile spagnola; vili nacionales escono di chiesa facendosi scudo con una donna ma vengono freddati; il cecchino viene stanato. È un prete. Prima di essere fucilato si fa il segno della croce.

La scena spiega meglio di un libro stampato perché i repubblicani ce l'avessero tanto con i chierici e ne avessero fatti fuori circa diciassettemila, compresi alcuni vescovi e parecchie suore, oltre a un numero mai quantificato di laici cattolici. Peccato che sia una bufala: «La sequenza sembra rendere evidente una connivenza fra Chiesa e franchismo ed è comunemente ritenuta veritiera perché il film da cui sono tratte queste sequenze \ è considerato un film storico. Tuttavia, va ribadito con forza, questa sequenza non rappresenta alcunché di storicamente fondato, è inventata». Così scrive Mario Iannaccone in Persecuzione. La repressione della Chiesa in Spagna fra Seconda Repubblica e Guerra Civile (1931-1939) edito da Lindau (pagg. 624, euro 34, con una corposa prefazione di Vicente Cárcel Ortí, a tutt'oggi il massimo specialista sul tema). L'autore, con il precedente Cristiada. L'epopea dei cristeros in Messico ha mostrato la propria attitudine a confezionare libri «definitivi», colmi di note e zeppi di bibliografia (qui in appendice ha anche riportato uno per uno gli oltre millecinquecento spagnoli massacrati in quegli anni che la Chiesa ha beatificato).

Il film di Loach accetta acriticamente la propaganda del Frente Popular, che giustificava in tal modo la rabbia dei miliziani contro frati, monache, oggetti sacri, perfino corpi mummificati di suore, statue di Cristo e croci tombali. In realtà l'odio contro la Chiesa, «nemico di classe», risaliva a ben prima della guerra civile. «Più per la simbolica che rappresentava, che per essere un autentico ostacolo, essa fu oggetto per anni di attacchi fino all'eruzione violentissima dei mesi che vanno dal luglio al novembre del 1936, quando l' alzamiento del generale Franco, indipendente dalla Chiesa, fornì l'occasione a lungo cercata dalle organizzazioni di sinistra e dalle masse da esse mobilitate per eliminarla fisicamente: nei suoi edifici, nelle persone che la rappresentavano e nei suoi simboli».

Infatti, le processioni parodistiche con un prete ammazzato di botte al posto della statua del Santo, o con la statua di Cristo con una sputacchiera in testa seguita da pasionarie schiamazzanti vestite con i paramenti sacri, che c'entravano con l' Alzamiento ? E il vescovo Florentíno castrato prima di essere ucciso? E il prete incoronato di spine con il filo spinato? E la vecchia madre di un altro prete soffocata con il suo crocifisso? E lo zingaro Cefirino ammazzato perché difendeva il suo parroco? E quel prete sottoposto alla corrida come un toro e, dopo l'infilzata, al taglio rituale dell'orecchio? Si potrebbe continuare, ahimè, a lungo.

Lo storico, pur laico, Hugh Thomas, parlò di una «persecuzione anticristiana quale mai si era vista dai tempi di Diocleziano». Che la guerra civile fosse solo la ciliegina sulla torta è dimostrato dal fatto che l'attacco sistematico cominciò fin dal 1931. In quell'anno oltre cento edifici religiosi vennero incendiati, Malaga fu messa a ferro e fuoco, biblioteche, scuole e musei gestiti da religiosi furono distrutti. Con la polizia e l'esercito che si mossero solo a cose finite. Nel 1934 la destra moderata e monarchica conquistò la maggioranza e la sinistra, al solito, scatenò la piazza: con la cosiddetta rivoluzione d'ottobre nelle Asturie ci rimisero la pelle centinaia di persone, comprese - ovvio - decine di preti; devastati musei, biblioteche e l'antica università di Oviedo.

Ormai la Spagna attendeva da un giorno all'altro la rivoluzione bolscevica (o social-anarco-sindacalista: i comunisti arrivarono dopo e, come sempre, fecero man bassa). A quel punto, come da tradizione iberica, i militari (parte massoni e repubblicani, parte monarchici e cattolici) decisero di intervenire e fu l' Alzamiento . Il cattolicesimo fu il capro espiatorio. La Chiesa, tra Santi e Beati, ha proclamato 1544 martiri in odium fidei , e 120 ulteriori posizioni sono al vaglio.

Intere comunità religiose sparirono per sempre. Non si era mai vista una cosa simile. Eppure, nei libri di storia troviamo solo qualche cenno di sfuggita a questa matanza de los clerigos . Quando non «giustificazioni» alla Ken Loach.

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