Quando esplode un movimento di rivolta? Quando la società e i modi di pensare delle persone sono cambiati, ma le istituzioni e la classe politica sono rimaste le stesse. Nel 1500 c’era stato il Rinascimento, la scoperta dell’America, si erano formati gli stati nazionali di Spagna e Francia ma erano rimaste le istituzioni medievali. Allora è esplosa la Riforma protestante di Lutero e di Calvino. Recentemente nei paesi arabi la società si è modernizzata, ed è esplosa la Primavera araba.
Anche l’Italia era matura per un movimento riformatore perché è un Paese moderno, ma ha ancora istituzioni medievali e una classe politica e sindacale rozza e ignorante.
La tensione popolare si esprime in disgusto, in movimenti collerici come quello di Grillo, ma non è esplosa in rivolta perché è stato iniziato un movimento riformatore dall’alto, un po’ come a suo tempo hanno fatto Richelieu, il marchese di Pombal in Portogallo, Bismarck, e De Gaulle.
A metterlo in moto è stato il presidente della Repubblica, un uomo di 87 anni, che ha fatto un proprio governo (il governo Monti è il governo del presidente) il quale governa con decreti legge e voti di fiducia. Napolitano e Monti hanno dovuto ricorrere a questo stratagemma perché la nostra Costituzione, e l’unica al mondo che non dà alcun potere all’esecutivo e lo lascia caoticamente in mano ai partiti, ai sindacati, alla magistratura, alle associazioni di interesse.
Così lo Stato italiano è un disastro. Ma, arrivati al punto di rottura, vi abbiamo posto rimedio con un’invenzione tutta italiana:un Parlamento che sta fermo e un presidente della Repubblica e un presidente del Consiglio che fanno tutto. Una soluzione geniale, però provvisoria, di cui parlare sottovoce.
Purtroppo il presidente della Repubblica sta per scadere e non si intravede all’orizzonte un altro capo dello Stato della sua altezza morale e politica.
Alla ribalta delle prossime elezioni si affollano vecchi politici bramosi di riprendersi il potere e che sembrano avere come unico progetto quello
di arricchirsi e di scannarsi.Perciò io mi auguro che venga rinnovato l’incarico tanto al presidente quanto al primo ministro. Dopo due, tre anni anni potranno ritirarsi perché il lavoro essenziale l’avranno fatto.
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