Il ricordo delle città tedesche in fiamme lo tormentava Segni indelebili

Il ricordo delle città tedesche in fiamme lo tormentava Segni indelebili

Kurt Vonnegut è stato testimone diretto di uno degli eventi più spaventosi del XX secolo. Era infatti prigioniero di guerra dei tedeschi a Dresda quando, il 13 e il 14 febbraio 1945, l'aviazione alleata rase al suolo la città, uccidendo, secondo Vonnegut, 250 mila persone (in realtà 370 mila). Vonnegut si salvò perché fu rinchiuso dalle SS nella stanza di un ex mattatoio, utilizzata per conservare i cadaveri dei maiali. L'episodio sarà poi al centro del bestseller mondiale Mattataio n. 5. Uscito negli anni del Vietnam, sarà uno dei libri simbolo del movimento pacifista (cosa di cui l'autore si sorprese). Vonnegut raccontò l'episodio a caldo, scrivendo alla famiglia subito dopo essere rilasciato.

Ma il volume Lettere, include anche una lettera fino a qui inedita di Alex Vonnegut, zio dello scrittore, che accolse per primo il soldato tornato negli Usa. Dopo i saluti, le prime parole di Kurt furono: «A Dresda sono morte 250 mila persone, quasi tutti vecchi, donne e bambini. Non si può descrivere una cosa simile». Lo farà vent'anni dopo.

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