«Custoditelo per i poveri di fede»

Ecco il testo della missiva che Padre Pio avrebbe scritto nel marzo 1968 a padre Cristofoto da Vico del Gargano, facendogli consegnare il vasetto.
«A Padre Cristoforo da Vico del Gargano.
Fratello, Dio mi chiama e ti affido i resti di umili segreti a me donati da cristiani fedeli, per consegnare a padre Fortunato da Serracapriola la ciotola che con la sua acqua bagnò le labbra di nostro Signore sul Calvario; al Signor Emmanuelino, accostato alla sacra mensa, la Lucerna che illuminò la strada dei cristiani al Colosseo; per te ti lascio il piccolo Vaso greco dell’Apostolo Pietro in me Segreto perché Dono di Dio a mio padre e testimone della immensa luce. Custodiscilo per i poveri... di fede».
Colpisce innanzitutto la grafia del documento, più simile a quelli vergati dal frate negli anni Trenta e Quaranta. E colpiscono quelle righe criptiche, esoteriche, assolutamente inusuali nelle lettere del santo del Gargano.

«Più che Padre Pio sembra Nostradamus», confida un frate di San Giovanni Rotondo che chiede l’anonimato. Nulla si sa della fine degli altri oggetti citati: la ciotola dell’acqua sul Calvario, la lucerna dei cristiani al Colosseo.

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