D’Alema-Calderoli, derby di ironia

da Viareggio

Baffetto fino e guanciotte rosse, i duellanti non potrebbero essere più diversi. Epperò la punzecchiatura reciproca e specialità di entrambe le case. Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e l’ex premier Massimo D’Alema si sono sfidati a singolar e dialettica tenzone ieri a Viareggio, durante il dibattito che ha chiuso il Festival della Salute.
Ad innescare lo scambio di battute una dichiarazione del ministro leghista: «È sbagliato dire che per la sanità si spende troppo - ha spiegato Calderoli -: dobbiamo spendere di più per allinearci agli altri Paesi». Un ragionamento che subito il dirigente del Pd ha visto come una critica al governo. E immediato è arrivato il bonario «invito» ad unirsi alla causa democratica: «Abbiamo appena appreso che Calderoli è all’opposizione - ha scherzato D’Alema -: lo dica a Berlusconi e a Tremonti, poi andremo insieme al corteo».
Ma a Calderoli essere tacciato di «antagonismo» ed essere dipinto ad un corteo in mezzo alle bandiere rosse proprio non va giù. E subito mette in campo il contropiede: «D’Alema non ha ancora capito che il pullman si è fermato e che le elezioni si sono fatte.

Continua a fare comizi come se si fosse sotto quelle elezioni che invece ha perso».
Uno a uno in questo derby specialissimo, con tocco finale per il ministro: «I problemi della sanità di cui ci si lamenta sono conseguenze del governo Prodi: chi è senza peccato scagli la prima pietra».

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