DErme, loccupatore di case finisce agli arresti domiciliari
7 Luglio 2005 - 00:00Obbligo di firma per due disobbedienti Bertinotti: decisione grave
Claudia Passa
da Roma
A Nunzio DErme, Guido Lutrario e gli altri attivisti di Action, punta di diamante dei Disobbedienti capitolini, non è servito né il buon cuore della Giunta Veltroni né la solidarietà di Fausto Bertinotti. Lottimismo sè infranto contro il muro del tribunale del Riesame, che per cinque esponenti dellAgenzia comunitaria per i diritti ha disposto gli arresti domiciliari, e per altri due lobbligo di firma. Se i leader dei centri sociali romani - indagati per associazione a delinquere per loccupazione di immobili - non vedranno sprangarsi le porte delle loro abitazioni è solo grazie allannuncio del ricorso in Cassazione che ha sospeso lesecuzione delle misure cautelari. Ma il riverbero politico sarà inevitabile, giacché la decisione della magistratura arriva a pochi giorni dallapprovazione in Giunta della proposta di stanziamento di due milioni di euro per pagare laffitto di uno degli edifici occupati da Action. Ironia della sorte, la notizia ha raggiunto DErme e Lutrario a Strasburgo dove con Francesco Caruso, leader dei no-global napoletani, avevano appena finito di lagnarsi per la «criminalizzazione dei movimenti e le lotte per i diritti civili in Italia» davanti alla Commissione libertà civili del Parlamento europeo.
Linchiesta del pm Salvatore Vitello riguarda le okkupazioni abusive di immobili (26 dal 2002) rivendicate dal gruppo antagonista, e secondo indiscrezioni sarebbe prossima la richiesta di rinvio a giudizio. Ipotesi rafforzata dalla decisione assunta dal tribunale del Riesame presieduto da Francesco Taurisano, che con un provvedimento di 50 pagine ha accolto su ricorso della procura la richiesta di misure cautelari in precedenza rigettata dal gip. «Tutte le occupazioni - si legge nellatto - costituiscono una sequenza di comportamenti che descrivono una matrice sociale di forte antagonismo, che lede lordine pubblico ed il diritto di proprietà». Gli indagati hanno annunciato il ricorso. Ma anche se questo impedirà lesecuzione delle misure cautelari, sarà arduo per il sindaco placare la polemica, che già ieri è divampata quando da An si è fatto provocatoriamente notare che pagare laffitto agli okkupanti «renderebbe Veltroni oggettivamente complice di una presunta associazione a delinquere». Sarà difficile far finta di niente, giacché per DErme - consigliere del gruppo misto e già titolare della delega per il «bilancio partecipato», poi conferita ad Action - si tratta dei terzi arresti domiciliari cautelari in due anni, dopo il letame di Palazzo Grazioli e la «spesa proletaria». A lui e agli altri indagati è arrivata ieri la solidarietà di Bertinotti, che ha definito la decisione «un fatto di enorme gravità». E ha ricordato che «lazione di Action è stata riconosciuta socialmente meritoria nel Consiglio comunale di Roma». A buon intenditor..
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