Dai bond ai tassi d’interesse: settimana calda in Borsa

Dai bond ai tassi d’interesse: settimana calda in Borsa

Settimana davvero calda quella che si apre oggi per le Borse, densa di appuntamenti e sviluppi che potrebbero rivelarsi decisivi. A cominciare dalle prossime mosse della Bce: giovedì il consiglio deciderà se continuare ad acquistare titoli italiani, come ha fatto nelle ultime tre settimane per oltre 40 miliardi di euro, ma per farlo dovrà superare le forti divisioni esistenti al suo interno. Già il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha espresso pubblicamente la sua opposizione, e altri membri del consiglio condividono la sua opinione. Quanto al presidente Jean-Claude Trichet, ha già detto chiaramente, a Cernobbio, che la Bce non può sostituirsi ai governi.
RIFLETTORI SULLA BCE
Oggi la manovra è attesa alla prova dei mercati, mentre brucia ancora l’ultima chiusura di Piazza Affari: -3,89% con il dato peggiore in Europa, e soprattutto la ripresa della corsa dello spread Btp-Bund, tornato sopra quota 325 punti. Tutti elementi sufficienti per tenere alta l’attenzione: un nuovo tonfo in Borsa, e un nuovo picco della tensione sui titoli di Stato, potrebbero aprire nuovi scenari. Come ha detto a Cernobbio Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria: «Le paure che abbiamo è che se la Bce smette di comprare i titoli italiani lo spread torna a livelli altissimi e questo crea problemi molto grossi».
Ma all’Eurotower «il governo risponderà con i fatti - rassicura il ministro degli Esteri, Franco Frattini - con un’approvazione rapidissima della manovra» che corrisponderà «alle preoccupazioni e aspirazioni di vedere un rilancio di tutti i Paesi e la serietà nell’azione di risanamento». Non sarà necessario insistere con l’Istituto di Francoforte, quindi, perché prosegua l’acquisto di titoli italiani: «Sia Berlusconi, sia Tremonti - ha detto ancora Frattini - hanno contatti con le istituzioni finanziarie, ma la Bce è un organo assolutamente indipendente e non ci sono né richieste né insistenze».
LA CRISI CONGELA I TASSI
Praticamente scontata, comunque, la decisione del prossimo consiglio dell’Eurotower di lasciare i tassi di interesse invariati all’1,5%: un livello ancora molto basso, sebbene superiore a quello fissato dalla Federal Reserve, dalla Bank of England e dalla Bank of Japan, che per tutta la crisi hanno tenuto i loro tassi a livelli vicini allo zero. A convincere gli analisti che sul fronte tassi stia per aprirsi una lunga pausa, dopo i rialzi di aprile e luglio, sono le dichiarazioni dello stesso Trichet: «Il ritmo di crescita della zona euro è modesto», ha detto al Parlamento europeo, affermando che «i rischi sui prezzi restano sotto osservazione».
WASHINGTON CONTRO LE BANCHE
La maxi causa avviata dagli Stati Uniti contro 17 colossi del credito mondiale per la vicenda dei mutui subprime si abbatte anche sui mercati europei con la violenza di un ciclone. Ci sono anche sei banche del Vecchio continente, infatti, nel mirino delle autorità americane: dalla tedesca Deutsche Bank alle britanniche Barclays, Hsbc e Rbs, dalla francese Société Générale alla svizzera Crédit Suisse. L’accusa, per loro come per le altre banche coinvolte, dall’America al Giappone, è di avere ingannato Freddie Mac e Fannie Mae, i due colossi federali americani che garantiscono gran parte dei mutui.

Il solo annuncio informale della causa, venerdì scorso, è bastato a far tremare il settore creditizio. E oggi, a denuncia ufficializzata, sarà proprio l’Europa a incassare la prima reazione dei mercati: Wall Street dovrà invece aspettare domani, per la riapertura dopo il lungo weekend del Labor Day.

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