Valentina, Catalina, Maria e Micail vivono in una casetta fatta di niente. Dormono tutti assieme in un unico letto e il solo gioco che hanno è un tabellone dell’alfabeto illustrato appeso alla parente. Loro si divertono a copiare le lettere e le figure. Ad accudirli c’è la nonna, pelle stanca e mani segnate dalla fatica. Dei genitori non si sa più nulla. La mamma è stata trafficata in Turchia e costretta a prostituirsi. E’ tornata a casa per un breve periodo per poi ripartire nuovamente come clandestina in Italia. Ora di lei si sono perse le tracce. Ogni tanto a fine mese arriva qualche soldo, ogni tanto no.
“Mia figlia ha pagato quattromila euro per venire da voi in Italia – racconta la nonna – Ma so che qualcuno paga anche di più, fino a settemila euro, per nascondersi nelle controparti dei treni e passare il confine. Da qui scappano tutti. Io prendo poco di pensione e a fatica riesco a comprare la bombola del gas”.
Guarda i bambini, con lo sguardo preoccupato. Che ne sarà di loro? L’unico aiuto che riceve è quello del prete che fa studiare i bimbi e che si preoccupa che mangino. Ma andare avanti così è impossibile. La Moldavia è fatta così: tante famiglie spezzate, tanti anziani. I giovani se ne vanno e quasi nessuno lavora per il proprio paese.
Tutti se ne vanno a cercare fortuna all’estero. Perfino chi ha studiato medicina preferisce venire in Italia a fare la badante piuttosto che lavorare in ospedale in Moldavia: là pagano troppo poco.(foto di Marco Serazio)
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