Daniel Day Lewis ritorna e si gioca l’Oscar

da Milano

Un film «epico come Quarto potere» e un ruolo che è «una strana combinazione fra Kane (il personaggio del film di Welles) e Howard Hughes, con sprazzi di Frankenstein, the Wolf Man o qualche altro film di mostri» potrebbero riportare Daniel Day Lewis sulla via dell’Oscar. Ne sono convinti i critici americani che hanno visto in una blindatissima anteprima There will be blood del talentuoso regista indipendente Paul Thomas Anderson, in uscita il 26 dicembre negli Usa e a febbraio in Italia. Il film, riporta sul grande schermo lo schivo e antidivo attore britannico, a due anni dalla sua ultima apparizione in The ballad of Jack and Rose diretto dalla moglie Rebecca Miller (figlia del drammaturgo Arthur). Lewis stavolta si cala nei panni di Daniel Plainview, un uomo egoista, ambizioso e spietato, che nell’America d’inizio ’900 si arricchisce calpestando e imbrogliando chiunque gli capiti a tiro. Una scommessa che secondo i critici, è pienamente vinta. «Paul Thomas Anderson resta uno dei più grandi tesori viventi del cinema - scrive Kris Tapley -.

There will be blood è uno spaventoso lavoro di bravura che penso nessun altro cineasta sarebbe stato in grado di realizzare». Prendete Stanley Kubrick, incrociatelo con Terrence Malick e immergete ciò che ottenete nel mondo de I compari di Robert Altman. Allora forse potrete avvicinarvi. Forse».

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