Si può anche smettere di guardare verso l'alto, se si desidera la Luna e si è Moses Pendleton.
Il grande coreografo americano, con il suo nuovo spettacolo Sun Flower Moon - che è stato creato per il venticinquesimo anniversario della compagnia di danza Momix - da due anni porta in giro per il mondo questo suo ultimo «sogno» capace di sostituire alla realtà fisica terrena quella lunare, con i suoi tempi, la sua luce e soprattutto la sua gravità. Leggera, labile, relativa: un paesaggio liquido senza liquidi, dove tutto, in fondo, è possibile.
«Cè un flusso di emozioni che dall'uomo scorre verso tutto ciò che lo circonda - la butta sul filosofico Moses Pendleton -. Per molti l'emozione nasce dalla memoria e dal ricordo del passato, per me nasce dalla luce. Siamo tutti creature della luce, e col tempo questa verità è sempre più compresa. Gli architetti contemporanei, nelle loro costruzioni, danno sempre più spazio alla luce e meno al cemento».
In cartellone al Teatro Nuovo da martedì prossimo fino al 25 novembre, lo spettacolo Sun Flower Moon (che segna il ritorno dei Momix a Milano dopo quattro anni di assenza) è forse la realizzazione di tanti voli immaginari giovanili vagheggiati dall'artista fondatore della compagnia di danza dei Momix quando, in verde età, cresciuto in una fattoria del Vermont, si vedeva proiettata sopra la testa, ogni sera, la volta celeste.
Una tavolozza dalla quale reperire illusioni e illuminazioni, in un gioco cromatico elementare di bianchi e neri, chiari e scuri. Oggi, con il conforto di una colonna sonora arricchita delle musiche di Brian Eno, Hans Zimmer, Buddha Experience e Waveform e con l'ausilio di videoproiezioni, Moses Pendleton porta sul palcoscenico intrecci di corpi in movimento, magicamente luminescenti che si stagliano su di uno sfondo completamente nero. Luci ed ombre, appunto, che si intrecciano, si confondono e si dividono nel volteggio dei corpi.
«Tutto ciò che ho fatto è immaginare una popolazione in movimento sulla Luna», spiega Pendleton, pronto a sfruttare la tradizione del «teatro nero», dove visibile e invisibile si cedono il passo continuamente, e una vecchia intuizione degli esordi.
«Avevo realizzato un costume per metà bianco e per metà nero - spiega il coreografo -. Quando il danzatore si muoveva sullo sfondo nero, si poteva vedere un corpo diviso a metà. Avevo chiesto ai dieci ballerini di comporre, tutti insieme, la sagoma di una mucca maculata. Una proposta che non li entusiasmò. Mi restò però quell'idea dell'illusione sprigionata dal gioco tra luce e buio».
La storia dello spettacolo, come al solito, non è scritta da nessuna parte: semplicemente guardando, il pubblico può intuire canovacci e suggerimenti, da sviluppare in tutta libertà nella propria fantasia. Sun Flower Moon, come racconta lo stesso titolo, è la presenza di luce, natura e dimensione lunare.
«Il sun flower - conclude Pendleton - è il vostro girasole, un simbolo terrestre di grande energia. E come diceva Calvino, chi appartiene alla terra sente la necessità di elevarsi, di gravitare verso l'alto».
Momix
al Teatro Nuovo dal 16 ottobre al 25 novembre
Ore 20.45 (sabato ore 16 e 20.45, domenica ore 16)
Ingresso 40-35 euro
Per informazioni 02.79.40.26
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.