Cronaca locale

Dario Fo con gli studenti: «Ferrante non c’è? Qui sarebbe a disagio»

Il Nobel attacca l’ex prefetto candidato: «È stato pure questore, e i questori dalle stragi ne sono usciti male...»

Gioia Locati

A braccetto della moglie Franca e un passo dietro il cordone di carabinieri e poliziotti. Era il primo del corteo. Dario Fo ha scelto la protesta studentesca più politicizzata dell’autunno - ieri mattina in memoria della strage di piazza Fontana - per rappresentare il suo manifesto elettorale. Nei fatti: ha convinto i ragazzi delle accademie a dipingere arazzi ispirati alle stragi d’Italia. Da Capaci a Ustica, dall’esplosione che uccise i giudici Falcone e Borsellino alla bomba di Bologna, fino alll’uccisione di Carlo Giuliani al G8 di Genova. In mezzo al corteo si notavano sette o otto pannelli, che secondo gli organizzatori dovevano essere più di quaranta («ma non ce la facevamo a portarli» hanno detto). E poi parole in libertà: perché soltanto lui, il Nobel, fra i candidati sindaci dell’Unione è sceso in piazza? «Perché Ferrante si sarebbe sentito a disagio - ha esternato Fo senza alcun disagio -. Ferrante è stato questore e i questori dalle stragi sono usciti male. Trent’anni fa alcuni di loro sono stati addirittura incriminati». Ma le battute contro lo sfidante alle primarie sono iniziate ben prima, alla partenza in largo Cairoli. I ragazzi avrebbero voluto attraversare il centro vietato dalle forze dell’ordine, Fo si è adoperato per convincere gli agenti, senza risultato. Il serpentone è stato confinato nella cerchia De Amicis, Molino delle Armi, corso Italia e via Larga. Commento: «Se ci fosse stato anche Ferrante questo non sarebbe successo, ma lui non c’è». Poi ha aggiunto: «Quello di oggi è un rituale civile per ricordare un massacro per il quale fu incriminata la sinistra ma che fu organizzato da polizia, da certi mass media e dallo Stato. Un massacro che, per l’Italia, deve essere una vergogna per l’eternità». Il corteo è stato più pacifico del solito, nessuna occupazione e nessun graffito sui muri. All’arrivo in piazza Fontana, è partito il grido «Dario sindaco», il Nobel ha quindi ricambiato la cortesia: «Non ho mai visto una manifestazione con così tanti giovani: questo è un momento storico. È importante partecipare a queste manifestazioni contro una cultura che cancella la memoria e la conoscenza». E poi una riflessione «in casa»: «A Milano stanno svendendo il patrimonio fondamentale: gas, luce, terreni e la gente non sa niente. Se non cambiano queste cose avremo una città di m...».

Con il corteo di ieri gli studenti dei collettivi hanno inaugurato una settimana di occupazioni nelle scuole.

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