Roma - «Voglio chiedere scusa agli italiani».
Sindaco De Luca, è appena stato consacrato come il primo cittadino più amato d’Italia secondo «Il Sole 24 Ore». Punta alla santità?
«Chiediamo scusa agli italiani per aver sporcato in maniera drammatica il Paese con una incapacità di governo nel garantire un servizio di civiltà essenziale».
Noi chi? A Salerno siete un’isola pulita in un mare di immondizia. È falso?
«È verissimo, ma dato che non chiedono scusa altri, mi permetto di farlo io... Continuo ad ascoltare in questi giorni alibi, giustificazioni: la camorra, i rifiuti tossici mandati dal Nord».
Chi dovrebbe chiedere scusa, sindaco?
«Le classi dirigenti della Campania, perché vedo che continuano a cincischiare».
E il governo?
«Anche il governo dovrebbe chiedere scusa, per essersi svegliato un po’ tardi. Sicuramente sì».
I commissari?
«Anche i commissari che, ricordo, sono di governo. Per anni non hanno colto la drammaticità dei problemi o si sono fatti condizionare dalle mediazioni politiche».
Lei è uomo del Pd, ma sembra che abbia schiaffi per tutti...
«Mi sembra una sciocchezza dire che le responsabilità di un disastro di queste proporzioni possa essere scaricata sui preti, o su qualche comitato».
Lei sta citando le parole del governatore Antonio Bassolino su Repubblica...
«A Bassolino io feci la domanda più ingenua del mondo alla fine del 2000: se dall’1 gennaio chiudiamo tutte le discariche, dove portiamo i rifiuti? Fu presa come una provocazione. Da lì è partito tutto».
Perché furono chiuse le discariche?
«Per un ambientalismo ottuso. Per paura dei termovalorizzatori e della diossina, sono triplicate le malattie tumorali e le deformazioni neonatali. Da quelle scelte sbagliate è nata la più grande discarica a cielo aperto del mondo. Siamo arrivati al punto che dobbiamo scegliere tra l’apertura discariche e il colera. Non possiamo aspettare un minuto».
Colera?
«Sì. Su altri temi si può aspettare, ma su questo no. Ventiquattro ore significano 7mila tonnellate di rifiuti in più per le strade. In Campania non abbiamo neanche un impianto di compostaggio e dobbiamo portare il nostro umido a Padova e in Sicilia, pagando 140 euro a tonnellata».
Lei come fa a far lavorare la gente a Salerno?
«Primo: devi lavorare tu il doppio degli altri. Secondo, devi imporre la legge: chi non lavora va a casa un minuto dopo. Sul piano organizzativo abbiamo quattro siti di trasferenza. Per il termovalorizzatore ho avanzato una richiesta a luglio del 2006. Aspetto una risposta dal governo da un anno e mezzo».
Le deve rispondere il ministero dell’Ambiente?
«Mi deve rispondere il governo. E spero lo faccia in settimana. Ho chiesto poteri commissariali».
Vi hanno chiesto aiuto da Napoli?
«Stiamo già aiutando Napoli, San Giorgio a Cremano e altri Comuni. Ma non possiamo forzare la mano. Diciamolo chiaro: ci vogliono 5-6 anni per realizzare programmi seri di raccolta differenziata».
Non la fanno già i consorzi?
«I consorzi sono spesso ingolfati di personale assunto in maniera avventurosa che tutto fa meno che lavorare. Ma la mancanza di impianti pesa anche sui consorzi».
Come si esce dall’emergenza?
«Con l’apertura delle discariche, l’avvio della raccolta differenziata, delle procedure per i termovalorizzatori, voltando pagina rispetto agli ideologismi».
Che colpe ha avuto la regione Campania?
«Ci sono stati dei ritardi drammatici. Ancora oggi la Regione non ha un piano regionale sui rifiuti operante».
La struttura del Commissario è un «carrozzone»?
«Assolutamente sì.
Perché dice che la camorra è un alibi?
«La camorra occupa lo spazio che le offre l’incapacità amministrativa. La camorra è semplicemente la nostra incapacità di governo».
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