Dedem e la nuova vita delle fototessere

Nel mondo sempre più digitale, l'importante è sapersi aggiornare. Per dire: dieci anni fa dicevano che entro il 2015 libri e giornali non sarebbero più usciti (e se siete su questa pagina avete la dimostrazione che siamo ancora qui). Così come che la fotografia digitale avrebbe cancellato tutto il resto. E invece: le nostre città sono ancora costellate di macchine per le fototessere. Che non sono più come una volta ma sicuramente meglio.

D'altronde è anche su quelle piccole foto che si è basato il successo del film Il mondo di Amelie, così come non sono pochi i Vip di arte e cultura che si dichiarano fan delle immagini che escono come dei quadretti. Per dire: il poeta André Breton diceva di riconoscersi di più in una fototessera che in un ritratto di Man Ray, e il discorso vale ancora oggi. Così ad Ariccia c'è un'azienda che ha deciso di far vivere nel futuro le cabine di tutta Italia: si chiama Dedem, ha oltre mezzo secolo, e cominciò nell'autunno 1962 quando Dan David - il fondatore - installò il primo apparecchio a Roma. Il primo selfie nacque lì, ed oggi che basta avere uno smartphone per farselo Dedem ha deciso di lanciare ImpressMe, un software che materializza i ricordi provenienti dalle migliaia di immagini che risiedono nel nostro telefono utilizzando come stampante le oltre 2500 cabine fototessera dislocate in tutto il Paese.

Si può insomma realizzare un album di fotografie in modo semplice, veloce ed economico: basta scaricare l'apposita app, scegliere le foto (massimo 3) che si vogliono in formato cartaceo, seguire le istruzioni. Si paga in contanti o con carta di credito direttamente dall'App, e il gioco è fatto. Perché alla fine una foto così è ancora più moderna che mai.

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